L’Italia non doveva inginocchiarsi prima della partita con il Belgio, come non avrebbe dovuto inginocchiarsi prima della partita con l’Austria e di tutte le altre partite disputate. Il razzismo è una cosa odiosa e deprecabile. Lo si deve combattere, ma lo si può combattere in altri modi. Per esempio, una cosa buona sarebbe stata il trasmettere i valori autentici dello sport, nel quale l’avversario è tale solo sul campo.
Il gesto della genuflessione è un gesto politico ed ideologico che nulla ha a che fare con il sano valore dello sport. Si tratta di un gesto legato a movimenti collegati a partiti politici.
Black Lives Matter, il movimento americano che si dice contro il razzismo, è legato al Partito Democratico americano. Deve essere ricordato che Barack Hussein Obama e Joe Biden (rispettivamente, ex-presidente americano ed attuale inquilino della Casa Bianca) hanno sostenuto e caldeggiato i Black Lives Matter. Dunque, il gesto è politico. Un gesto puramente politico è un gesto che divide. Non può nascere nulla di buono da un gesto divisivo.
Si poteva pensare ad altre iniziative che avrebbero dovuto mettere al centro lo sport. Per esempio, si sarebbero potute invitare allo stadio delle famiglie dei tifosi e fare giocare tra loro i figli prima della partita. Bambini e ragazzi italiani ed i loro coetanei belgi avrebbero giocato insieme sul campo e magari si sarebbero potuti coinvolgere anche dei giocatori delle due squadre a fare da “insegnanti”. Un’alternativa sarebbe stata l’introduzione del “terzo tempo” , come nel rugby. Sarebbe stata una scena più bella di quella genuflessione pubblica.
Oltretutto, si è anche visto poco spirito sportivo, visto il trattamento riservato dai belgi a Spinazzola, il quale si è infortunato mentre giocava.