Si conclude un anno lungo e ricco di eventi, per l’Italia e i suoi figli sparsi in ogni angolo del mondo. Un anno ancora una volta segnato dalla pandemia e dalle sue pesantissime conseguenze, non soltanto in campo sanitario ma anche economico e – per noi italiani che vivono all’estero – sulla mobilità dentro e fuori i confini dei Paesi dove viviamo.
Per la rappresentanza politica delle collettività italiane nel mondo l’anno si è concluso con le importanti elezioni dei Comites, gli organismi di base delle nostre comunità.
Un voto segnato dalle difficoltà di un sistema (la cosiddetta “inversione dell’opzione”, ossia l’iscrizione alle liste elettorali) che non ha certo favorito la partecipazione, ma anche da una diffusa e crescente disaffezione della stragrande maggioranza degli italiani iscritti all’AIRE (l’anagrafe dei residenti all’estero) nei confronti di organismi che vengono ritenuti distanti dalla loro realtà e difficilmente in grado di incidere sulla soluzione dei loro problemi.
A tutti i candidati e ai consiglieri eletti vanno comunque i miei auguri di buon lavoro insieme all’auspicio che i nuovi comitati possano essere all’altezza della grande sfida che proprio la scarsa partecipazione pone loro.
Rinnovarsi o perire: è questo l’imperativo che i tre livelli di rappresentanza hanno davanti a sé e spetterà in gran parte ai neo-eletti affrontare questa difficile ma entusiasmante scommessa. Anche la presenza in Parlamento dei rappresentanti eletti all’estero si trova davanti ad un bivio cruciale. La recente espulsione dal Senato, a seguito di un mio ricorso e di una mia denuncia, di un senatore eletto a seguito di brogli elettorali provati dalla Magistratura italiana costituisce allo stesso tempo una vittoria storica da festeggiare e un fatto gravissimo sui cui riflettere. Il voto all’estero ha infatti rappresentato la più grande conquista democratica dell’Italia e degli italiani nel mondo ma anche la porta d’entrata di fenomeni affaristici e malavitosi nelle istituzioni italiane nel mondo.
Chiudere un occhio o minimizzare non serve a nulla di fronte a episodi di tale portata; un mancato o inefficace intervento per mettere in sicurezza il voto rischierebbe alla prossima tornata di fare saltare definitivamente questo nobile esercizio e proprio per questo è altrettanto importante e auspicabile che la giustizia italiana e argentina (il Paese dove si sono verificati i brogli che hanno portato alla decadenza del senatore USEI passato poi al MAIE) faccia rapidamente i suo corso individuando responsabilità e collusioni dei fenomeni fraudolenti.
Il 2022 sarà un anno importantissimo per l’Italia, e non solo: eleggeremo il nuovo Presidente della Repubblica, garante della Costituzione e simbolo dell’unità nazionale; grazie ai fondi del PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza) e alla crescita economica in atto avremo un’opportunità forse irripetibile di sostegno a politiche espansive, anche per l’Italia nel mondo; e probabilmente sarà anche l’anno decisivo per vincere la battaglia sul Covid19, mettendoci alle spalle due anni lunghi e difficili a causa della pandemia.
E’ per tutti questi motivi che i miei auguri di quest’anno sono ancora più convinti e appassionati: a ciascuno di voi, alle vostre famiglie, all’Italia e ai Paesi dove viviamo voglio trasmettere l’auspicio di trascorrere un Natale all’insegna dei valori universali di solidarietà e giustizia e un passaggio di anno segnato dalla speranza di entrare in una nuova fase di crescita con al centro il diritto di tutti i popoli alla salute e alla prosperità.
Fabio Porta
Coordinatore Pd Sud America