E’ un esempio della grande capacità italiana. Bisogna andare indietro fino al 1891, quando Ercole Marelli diede il via a una delle più grandi e rinomate aziende. Una storia ultrasecolare cominciata a Milano come ditta individuale: Ercole Marelli era stato un operaio al Tecnomasio italiano e all’inizio la sua azienda produceva apparecchi elettromeccanici, poi a partire dal 1896 intraprese la fabbricazione di quelli che erano chiamati ‘agitatori d’aria’, gli odierni ventilatori che fino a quel tempo erano importati dagli Stati Uniti e in pochi anni divenne una delle industrie leader del settore a livello mondiale. Da quei giorni sono passati oltre 120 anni e oggi la Marelli Motori, che ha la sua sede ad Arzignano, nel vicentino, dopo aver passato anche momenti difficili, è tornata in prima pagina, sempre legata agli USA, ma questa volta perchè da oltre oceano hanno acquistato, per 212 milioni di euro, quel gioiello che nel tempo si è trasformato in uno dei punti di riferimento della industria nostrana. Una storia di successo che in questi anni ha raggiunto i suoi massimi livelli.
La Marelli Motori era già comunque in mani straniere, come proprietà infatti apparteneva al gruppo britannico Melrose Industries e adesso passerà sotto le ali del Carlyle Group, uno dei fondi di private equity più grandi al mondo, un gruppo dalla capacità enorme, che alla fine dell’anno scorso gestiva 170 miliardi di dollari. Cifre da capogiro grazie alle quali la Carlyle ha concluso l’acquisto della Marelli Motori che attualmente è azienda leader nella fornitura di motori e generatori e la cui sede operativa di trova ad Arzignano, in provincia di Vicenza. Con oltre 100 anni di esperienza ed eccellenza produttiva, Marelli Motori è riconosciuta, mondialmente, come un fornitore leader nei settori della Power Generation, Industriale, Petrolchimico e Marino offrendo un gamma completa di Motori e Generatori in Bassa, Media e Alta tensione. La vendita dalla Marelli Motori è arrivata poi in uno dei momenti di massimo splendore per l’azienda: il 2012 infatti è stato chiuso con il miglior bilancio ‘all time’, ricavi per 149,1 milioni di euro (+12,5%) e un margine operativo lordo di 22,2 milioni. Il fondo Carlyle, per quello che riguarda l’Italia, fa capo all’imprenditore Marco De Benedetti, che è il direttore generale e il ‘co-head’ di Carlyle Europe. "La Marelli Motori – ha sottolineato De Benedetti – è un’azienda eccezionale che, grazie alla qualità e alla competenza del proprio management, ha intrapreso un processo di vera internazionalizzazione conquistando progressivamente riconoscibilità e leadership su tutti i più importanti mercati nei quali opera. Inizieremo da subito a lavorare con il management per fare crescere ulteriormente la società e farla competere con successo sul mercato globale".
Grandi progetti per una azienda che già è un punto di riferimento, nel mondo, per il suo settore, e che ora, sotto la guida americana, cercherà un ulteriore salto di qualità. Oltre al quartier generale di Arzignano la Marelli Motori ha due stabilimenti produttivi in Italia e Malesia ed è presente con proprie filiali in Germania, Regno Unito, Spagna, Usa e Sud Africa. Il gruppo, attualmente ha una forza lavorativa che si assesta su quasi 600 addetti. Pur essendo un esempio tipico della grande produzione industriale italiana, la Marelli Motori era già di proprietà straniera essendo stata acquistata dalla britannica Melrose Industries 17 anni fa. L’operazione che ha portato l’azienda di Arzignano in America verrà chiusa comunque soltanto in agosto tramite la vendita di Marelli Overseas Limited, che è la società che controlla Marelli Motori. L’investimento del fondo equity USA è stato effettuato attraverso la Carlyle Europe Partners III, fondo di buyout di 5,3 miliardi di euro che investe in società medio grandi.
L’acquisizione da parte dell’americana Carlyle è stata accolta con grande euforia ad Arzignano. "Siamo entusiasti di poter lavorare con un partner come The Carlyle Group – ha spiegato Roberto Ditri, amministratore delegato della Marelli Motori – siamo certi, infatti, che il loro knowhow industriale e la loro rete globale contribuiranno in modo significativo all’ulteriore sviluppo del nostro business e supporteranno la nuova fase di crescita che ci accingiamo ad affrontare sui mercati internazionali".
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