L’Italia continua ad aumentare i fondi destinati alla giustizia, ma nonostante cio’ non riesce a risolvere l’ormai decennale problema legato alla lentezza dei processi. E’ quanto emerge dal quarto rapporto della commissione per l’efficienza della giustizia del Consiglio d’Europa, in cui viene confrontata la qualita’ dei sistemi giudiziari dei 47 paesi membri dell’organizzazione. Dai dati, che si riferiscono al 2010, risulta che la spesa per la giustizia e’ cresciuta del 3,2% rispetto al 2008, ma che i tempi per la risoluzione di una causa civile in primo grado, sebbene siano scesi da 533 a 493 giorni, restano ancora di molto superiori ai 279 della Francia, ai 289 della Spagna e ai 184 della Germania. Ne’ va meglio sul fronte del penale, dove gli arretrati continuano a crescere.
Secondo il rapporto che sara’ presentato giovedì alla conferenza dei ministri della Giustizia del Consiglio di Europa, l’Italia ha tuttavia fatto enormi passi avanti nell’uso della tecnologia all’interno dei tribunali soprattutto per quanto riguarda l’uso di internet, arrivando finalmente a raggiungere Paesi come Francia, Germania e Spagna. Ma parallelamente la spesa destinata a questo scopo e’ stata tagliata, passando dai 74 milioni di euro del 2008 ai 58 nel 2010.
Miglioramenti sono stati conseguiti anche sul fronte del rapporto tra giustizia e fasce piu’ vulnerabili: nel 2008 avevano accesso a misure speciali durante i processi solo le vittime di stupro, quelle di atti terroristici, i minori in qualita’ di vittime o testimoni e le persone disabili. Nel 2010 queste misure sono state estese anche ai minori che hanno commesso un reato e a chi appartiene a una minoranza etnica. Mancano pero’ ancora misure specifiche per le vittime di violenza domestica, previste invece in 31 paesi, e continua a essere del tutto assente, come in soli altri 5 paesi, qualsiasi misura per informare meglio questi gruppi vulnerabili sulle procedure e sui loro diritti. Passi avanti sono poi stati fatti per offrire a chi ne ha bisogno l’assistenza legale gratuita. Anche se le cifre destinate a questa voce di spesa – si evidenzia nel documento di Strasburgo – restano ancora lontane da quelle spese da Paesi come Francia, Germania o Spagna.
Negativo invece il giudizio sugli aiuti destinati a chi non ha i mezzi finanziari per avere accesso ai tribunali. L’Italia spende 2 euro pro capite, a fronte dei 4,7 della Germania ed a oltre 5 di Francia e Spagna. L’Italia infine resta lontanissima dagli investimenti che fanno gli altri Paesi sulla formazione dei giudici e anzi continua a tagliare i fondi, che erano stati gia’ dimezzati nel 2008. Se in Germania e Francia si spendono ogni anno 50 milioni di euro per la formazione dei togati, in Italia questa cifra e’ di appena 755mila euro.
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