Il tema della giustizia è sempre stato molto caro a Silvio Berlusconi. Significativo il fatto che il Cav ne abbia parlato a lungo, nelle scorse ore, con Denis Verdini e Gianni Letta, ad Arcore. L’attenzione dell’ex premier nei confronti della riforma della giustizia che il Consiglio dei ministri si accinge a varare venerdì è chiaramente molto alta. Alcuni punti, in particolare: responsabilità civile delle toghe, stretta sulla diffusione delle intercettazioni, prescrizione e falso in bilancio.
Il punto è che la riforma della giustizia era ed è una bandiera non solo per Silvio Berlusconi ma anche dell’identità di Forza Italia e dunque non è consentito – anche rispetto agli occhi degli elettori – avere un atteggiamento ‘cedevole’ nei confronti del governo. D’altra parte, quello del rapporto troppo soft con Renzi, è già da tempo un tema che mette in agitazione il partito.
Molti deputati e senatori lamentano la mancanza di una linea o, ancora di più, temono che la linea sia quella di un progressivo disimpegno di Berlusconi da Forza Italia, anche nella logica di tutelare maggiormente gli interessi di famiglia e aziende no".
Berlusconi, che continua in questi giorni la sua dieta speciale per poter tornare in gran forma e già da settembre “riorganizzare il partito”, come ha promesso, spiega ai suoi interlocutori di aspettare il governo alla prova dei fatti. Per il momento, a dominare sono le perplessità, che non sarebbero diminuite dopo l’incontro che oggi il ministro Andrea Orlando ha avuto con gli ‘esperti’ di Forza Italia, ossia Giacomo Caliendo e Gianfranco Chiarelli. E’ il senatore azzurro, alla fine del colloquio a viale Arenula, a spiegare di aver mostrato al Guardasigilli "serie preoccupazioni".
Renato Brunetta, capogruppo azzurro alla Camera, in una nota parla di ipotesi di riforma "inadeguata" in molti punti. "Attendiamo di conoscere il testo definitivo della riforma con il relativo articolato, ma alla luce di quanto finora noto, non possiamo che esprimere – è la conclusione – assoluta insoddisfazione".
Per il momento Berlusconi non spinge perché si salga sulle barricate. E questo anche perchè, oltre a quello che emerge dagli incontri ufficiali, c’è tutto un lavoro diplomatico in corso. E gli ambasciatori di cui sopra sono, appunto, Denis Verdini e Gianni Letta, i due grandi tessitori dei rapporti politici con il governo. Lo stesso Verdini, infatti, dopo essere stato ieri ad Arcore, oggi si è ‘spostato’ nella Capitale anche per occuparsi di questo dossier.
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