In caso di violazione del diritto comunitario si potra’ presentare ricorso davanti alle Sezioni Unite della Cassazione. Sia in caso di giudizio civile che penale. E’ quanto prevede un emendamento del Pdl presentato al decreto Sviluppo ora all’esame della commissione Industria del Senato. La norma, che viene contestata duramente dal Pd, avra’ effetti anche sulle sentenze passate in giudicato nei due anni antecedenti all’entrata in vigore della legge. E si avranno 180 giorni di tempo da questa data per presentare ricorso.
Alcuni senatori del Pdl, nel presentare gli effetti dell’emendamento, avevano spiegato che avrebbe potuto contribuire a sciogliere il nodo della ‘responsabilita’ civile dei magistrati’ perche’ i cittadini ‘invece di andare in giro in Europa a chiedere giustizia di sentenze italiane e poi rifarsi sul singolo magistrato, potrebbero appellarsi alle sezioni Unite della Suprema Corte’. Ma non e’ certo questa, secondo il Pd, la ‘vera ratio della norma’.
‘Scritta cosi’ – sottolinea il capogruppo Pd in commissione Giustizia del Senato Silvia Della Monica – interverrebbe sulle sentenze gia’ passate in giudicato. E questo potrebbe avere effetti anche sulla legge per le incandidabilita’ che sta mettendo a punto il governo’. Molti procedimenti conclusi con sentenze definitive, infatti, si potrebbero riaprire ‘con la scusa della violazione del diritto comunitario’ (che ormai potrebbe venire esteso ‘a dismisura’), incalza anche l’altro capogruppo Pd in commissione Giustizia della Camera Donatella Ferranti, e rimettere in discussione ‘molte sentenze di condanna che riguardano i parlamentari’ che nel frattempo tornerebbero candidabili fino alla conclusione del giudizio davanti alle Sezioni Unite della Cassazione: un ‘passaggio’ questo che il Pd ha gia’ ribattezzato come ‘il quarto grado di giudizio’.
Uno dei firmatari dell’emendamento, Carlo Sarro (Pdl) difende la norma: ‘Prima di tutto non e’ un IV grado di giudizio – precisa – ma un nuovo caso di revocazione: istituto gia’ previsto nel nostro ordinamento’. ‘Noi semplicemente lo estendiamo alla violazione del diritto comunitario – sottolinea – capisco che voi ora farete delle dietrologie, ma si tratta solo di una norma utile ai cittadini e che non interessa per nulla vicende che riguardano Berlusconi…’.
Di parere opposto il presidente dei senatori Pd Anna Finocchiaro che definisce la norma ‘gravissima’. Stupisce, dice, ‘la perseveranza di qualcuno nel voler in tutti i modi smantellare il sistema giudiziario italiano attraverso meccanismi che ne rallentino o inceppino l’iter’, commenta.
‘Se questo emendamento passasse – insiste la Ferranti – si bloccherebbe il sistema giustizia. Per attendere condanne definitive bisognerebbe aspettare un fantomatico quarto grado di giudizio che, per quanto riguarda la violazione del diritto comunitario, risulta una sostanziale duplicazione del terzo’.
E’ paradossale poi ‘che questo venga proposto da chi dice di difendere la ragionevole durata del processo’. Inoltre, afferma con forza la parlamentare, si snaturerebbe il ruolo e la funzione della Corte di Cassazione ‘che si troverebbe a ‘giudicare’ se stessa’. Il governo, e’ l’appello del Pd, ‘prenda le distanze da una norma che e’ chiaramente contraria alla Costituzione’. E infatti, il sottosegretario alla Giustizia Mazzamuto, avverte subito di aver dato parere contrario all’emendamento del Pdl che porta, oltre a quella di Sarro, anche le firme del capogruppo Pdl in commissione Giustizia Franco Mugnai, Giuseppe Valentino, Mariano Delogu, Alberto Balboni. ‘I firmatari – avverte Mazzamuto – hanno preannunciato una riformulazione quindi e’ accantonato’. L’emendamento del Pdl? Taglia corto il Guardasigilli, ‘non l’ho ancora letto’.
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