Giuseppe D\’Avanzo, una delle firme più importanti di Repubblica, è morto questa mattina. Stava facendo un giro in bicicletta insieme ad alcuni suoi colleghi, quando è stato colpito da un infarto: il giornalista si è accasciato ed è morto sul colpo. Una fine imprevedibile, come quasi sempre è la morte, che ha causato sgomento e dolore nel mondo del giornalismo.
D\’Avanzo era nato a Napoli nel 1953. Le sue inchieste hanno fatto la storia del quotidiano fondato da Eugenio Scalfari. Un giornalista che ha raccontato e commentato tutti i fatti più importanti degli ultimi 40 anni.
E\’ stata sua l\’idea delle famose "dieci domande" che Repubblica per giorni, per settimane, ha rivolto al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
Commozione nel mondo del giornalismo, cordoglio da istituzioni e politica. Renato Schifani, presidente del Senato, commenta così la scomparsa prematura di D\’Avanzo: "Firma di punta di Repubblica e dell\’intero giornalismo italiano, che con la sua morte perde uno dei suoi esponenti più rappresentativi, ne ricordiamo tutti la passione, il rigore professionale e la capacità di raccontare i fatti con chiarezza e senza compromessi".
Matteo Orfini, della segreteria nazionale del Pd, ricorda D\’Avanto come "un giornalista d\’inchiesta come ne sono rimasti pochi, con una capacità di analisi e di ricerca sempre attenta. A nome mio e del partito democratico le più sentite condoglianze alla famiglia e ai tanti colleghi con i quali ha condiviso le sue battaglie per la democrazia e la verità".
"La sua morte mi addolora profondamente", scrive Walter Veltroni in una nota. "Giornalista coraggioso e impegnato, da sempre era in prima fila nella denuncia dei mali del nostro Paese, che fossero l\’arretratezza sociale, l\’illegalità legata alle mafie, i rischi di deviazioni negli apparati statali, l\’infiltrazione di corruzione e affarismi nella cosa pubblica e nella politica". "Di Peppe D\’Avanzo ricordo la passione e il calore, l\’irruenza e insieme lo scrupolo fino al dettaglio più piccolo delle sue inchieste. Da anni i suoi articoli avevano scandito battaglie di grande passione civile condivise con milioni di lettori e di cittadini".
Nichi Vendola, presidente di Sinistra Ecologia Libertà e governatore della Puglia, prova "sgomento ed incredulità" di fronte all\’annuncio della scomparsa di Beppe d\’Avanzo. "Una morte ingiusta ed improvvisa, che ci riempie di dolore". "Piangiamo un giornalista di grande livello morale e professionale, una delle penne più rigorose ed acute del nostro Paese, un giornalista dalla schiena diritta che non sopportava illegalità e l\’arroganza del potere".
Renata Polverini, presidente della Regionze Lazio, esprime "le più sentite e sincere condoglianze, a titolo personale e della regione Lazio. Lascia un grande vuoto nel giornalismo italiano".
Il senatore della Lega Nord Roberto Castelli, viceministro alle Infrastrutture e trasporti, anche se "Giuseppe D\’Avanzo, nei cinque anni in cui sono stato Ministro della Giustizia, non ha fatto altro che insultarmi", "di fronte alla sua scomparsa improvvisa, sono sincero nel dire che provo profondo dispiacere per la perdita di una delle grandi firme del giornalismo italiano, di cui incarnava in pieno pregi e difetti".
Leoluca Orlando, portavoce dell\’Italia dei Valori, a nome del partito "esprime cordoglio e profonda commozione per l\’improvvisa scomparsa di Giuseppe D\’Avanzo. D\’Avanzo – aggiunge l\’esponente Idv – rimarrà nei ricordi di quanti lo hanno conosciuto e apprezzato per la sua capacità di coniugare l\’aderenza e il rispetto dei fatti, l\’attenzione etica e la grande profondità d\’analisi".
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