Giulio Terzi, Ambasciatore ed ex Ministro degli Esteri, è intervenuto ai microfoni di Radio Cusano Campus. “Nel contrasto al terrorismo – ha spiegato Terzi -, la Francia sta cercando di ripartire soprattutto da un coordinamento completamente diverso dell’intelligence. Hollande, quando è andato a Washington, ha chiesto ad Obama di poter entrare a far parte del gruppo dei “Five eyes”, un sistema di collaborazione completa ed aperta tra 5 paesi anglofoni: Stati Uniti, Australia, Nuova Zelanda, Canada ed Inghilterra, che si scambiano in totale collaborazione i dati fra di loro. In questo gruppo sembrava dovesse entrare anche la Germania, ma dopo lo scandalo delle intercettazioni al Cancelliere tedesco non si sa bene se entrerà o no. La Francia ora vorrebbe entrare, anche se Washington ha ancora delle riserve su questo”.
“Quando Renzi è andato da Hollande gli ha proposto una collaborazione tra intelligence italiana e francese, ma sembra che Hollande non abbia risposto positivamente. Un Paese decide di scambiare le sue informazioni con un altro solo se c’è equilibrio di risorse. Se io ho 10 analisti e vado a chiedere alla Francia, che magari ne ha 100, di avere accesso ai suoi dati, è chiaro che quelli non si fidano o ritengono che lo scambio sia sbilanciato. L’Italia ha un’intelligence molto efficiente, ma purtroppo negli ultimi anni ci sono stati dei tagli alle risorse e agli organici. Renzi quando ha incontrato a Hollande ha parlato di scambio di informazioni e ha dato un sostegno retorico alla Francia, ma non ha preso alcuna decisione riguardo il tema che i francesi si aspettavano da noi, ovvero un contributo militare diretto nella lotta al terrorismo. La Merkel invece si è impegnata in questo senso”.
“L’aereo russo non doveva essere abbattuto – ha affermato Terzi -, ma la Russia ha violato numerose volte lo spazio aereo turco in questi anni e non solo quello turco. In un contesto così difficile come quello siriano, con la Russia che vuole tenere al potere Assad, per l’Italia e per la Francia Assad è il peggior alleato possibile. Se la Siria, dopo la fine dello Stato Islamico, continuerà ad essere governata da Assad o da un regime che governa con le carneficine, il mostro, ovvero il jihadismo di matrice sunnita, continuerà a risorgere dal sangue. Più c’è sangue sparso, più il mostro diventa pericoloso e colpisce in Europa. Ci dev’essere una soluzione politica per risolvere il problema in Siria. Il terrorismo non si combatte con bombardamenti a tappeto nelle città. Il terrorismo si combatte con il rispetto dello stato di diritto. La guerra all’Isis si fa anche con l’intervento militare e la forza, ma ci vuole anche una diplomazia credibile, non chiacchiere”.
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