Giù le mani dal prosciutto italiano, il problema semmai è la mancata comprensione di fatti e notizie. Così la rubrica Polemicamente vergata dal direttore sul nuovo numero di Prima di Tutto Italiani, online tra pochi giorni, si scaglia contro chi non sa più valutare analisi e riflessioni.
"Possibile che ci sia tutta questa corsa al sensazionalismo? – si chiede De Palo – L’Oms ha detto solo che l’abuso di insaccati fa male. Mica che se mangiate un salamino umbro ogni tanto vi viene automaticamente una patologia. Il corto circuito della società 2.0 non è tanto in chi comunica, ma a questo punto in chi non sa più ascoltare e calibrare le informazioni ricevute per crearsi un’opinione. Il peso specifico di reazioni scomposte e isterismi diversificati rappresenta anche un preciso danno materiale. Dopo l’allarme in questione in molti, tra produttori italiani e lavoratori del comparto, si sono iniziati ad interrogare sul proprio futuro".
E ancora: "L’Italia è numero uno al mondo per il prosciutto, si veda quel capolavoro che si fa a Parma, come lo è per salami di tutte le specie che si possono trovare a migliaia e sempre di prima qualità dall’Umbria alla Toscana, dal Gargano alla Sila: come non immaginare una seria risposta, anche comunicativa, a chi mette a repentaglio uno dei capisaldi del made in Italy?".
De Paolo conclude: "Il nodo, a questo punto, non è solo di natura medica ma squisitamente sociale. Se i cittadini sono tout court diventati sordi e pronti a abbeverarsi all’informazione un tot al chilo, come in questo caso, allora serve che tanto la politica quanto le elite si diano rapidamente una mossa e mettano in campo contromisure. Tutto ciò che rientra nella pratica dell’abuso è dannoso all’organismo: non serve essere nutrizionisti per saperlo, solo cittadini italiani orgogliosi del made in Italy e, forse, un tantino più attenti a notizie e fatti".
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