Ridurre la disoccupazione giovanile e’ la priorita’ del governo che cerca appoggio in Europa e punta ad utilizzare ‘tutte le disponibilita’ che ci saranno’ dopo la chiusura della procedura per deficit eccessivo prevista per mercoledi’: ma nella sua prima missione a Bruxelles il ministro del lavoro Enrico Giovannini resta cauto e spiega che ‘trovare risorse nell’immediato da usare nel 2013 e’ tema complicato’. Giovannini ha incontrato la sua omologa belga, poi il commissario all’occupazione Lazlo Andor, e il presidente della commissione lavoro del Parlamento Ue, proseguendo cosi’ il pressing italiano avviato da Letta al vertice europeo e che punta a fare fronte comune in Europa per reperire risorse a sostegno dell’occupazione. Ne va del ‘futuro della Ue stessa’, spiega il ministro. Sul fronte italiano si lavora ‘in linea con la Ue’, anche perche’ mercoledi’, quando e’ attesa la chiusura della procedura per deficit eccessivo, la Commissione fara’ una serie di raccomandazioni all’Italia tra cui proprio completare la riforma del mercato del lavoro per renderlo piu’ flessibile e migliorare il sistema di formazione e i servizi di collocamento.
Giovannini e’ consapevole delle debolezze italiane: ‘Se anche avessimo tanti fondi, sappiamo che in Italia la debolezza sono i servizi all’impiego, non adeguati per gestire una forte domanda’, per questo ‘il sottosegretario Dell’Aringa ha avviato un percorso per approfondire questo tema’, assieme alle Regioni. Ma seppur scarse, l’Italia puo’ comunque cominciare a contare su qualche risorsa europea: il ministro quantifica tra i 400 e i 600 milioni di euro la quota italiana per la ‘garanzia dei giovani’, ‘un’idea importante perche’ e’ nel passaggio tra studio e lavoro che i giovani si perdono’. Per sfruttare al massimo il potenziale di quei fondi, che l’Italia vorrebbe utilizzare tutti subito e non spalmati su sei anni come prevede la Ue, il governo deve lavorare in fretta ‘per essere sicuri che dal 1 gennaio 2014 ci siano programmi operativi per usare i fondi’, altrimenti si ripeterebbe il problema che l’Italia ha con i fondi strutturali cioe’ non riesce ad assorbirli per i ritardi dei progetti. In piu’, c’e’ la quota di co-finanziamento europeo che si sblocca con la chiusura della procedura per deficit. Ancora da definire la cifra, si parla di circa 10 miliardi. La battaglia dell’Italia e’ scorporare la quota che deve mettere il governo dal computo del deficit, partita che si giochera’ nel vertice di giugno. Inoltre, Giovannini sottolinea la necessita’ di ‘incentivare nuove imprese condotte dai giovani magari in settori legati ad expo 2015’. E altri spazi potrebbero aprirsi ‘se continueranno ad abbassarsi i tassi’.
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