Si parla tanto di giovani, di una generazione bruciata da una forma di nonnismo perpetrata ai loro danni da politici di lunghissimo corso incatenati alle loro poltrone e alle dinamiche opportunistiche del passato. Lo pensiamo anche noi, che il rinnovamento deve passare attraverso un passaggio generazionale che sappia aprire le porte soprattutto alle nuove competenze telematiche globalmente spendibili. Ma non basta essere giovani (come non basta essere donne) per aspirare a ruoli di governo, grandi o piccoli, che necessitano di esperienza e di perspicacia.
Essere giovani, in un mondo di squali, puo’ significare diventare facile preda di individui senza scrupoli che sfruttano e condizionano le scelte in senso non proprio etico. L’età matura di chi ha compiti di governo e’ in questo senso una grande fonte di sicurezza e di fiducia da cui partire, se si vuole resistere e contrastare gli inganni e le astuzie immancabili a certi livelli di potere.
Smettiamola quindi di celebrare il prossimo avvento di quarantenni rampanti che alla resa dei conti soccombono dinanzi ai problemi. Diciamo piuttosto che bisogna rinnovare le regole di ingaggio, puntando sulle competenze prima che sull’anagrafe, e siano il merito e il curriculum a decidere la validità di una nomina. Strategia e tattica facciano poi la differenza, perchè un maturo generale, se ha meritato le sue medaglie, vale molto di più di un soldato semplice, per quanto ambizioso possa essere. Prepariamoci alla prossima sfida con le armi che possediamo, e vinca il migliore. A la guerre comme a la guerre.
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