Marcello Veneziani con la sua rubrica "Cucù" sul Giornale, oggi mi ha fatto venire la pelle d’oca. Per questo, ho deciso di riprenderne alcuni stralci.
Veneziani, nel suo intervento intitolato "Ragazzi, vi tocca fare la rivoluzione", lancia un "appello laico per la giornata mondiale della gioventù, esteso ai non credenti ma inquieti". Si rivolge ai giovani, a coloro che "hanno l’obbligo biologico e anagrafico di sperare e di avere fiducia" in ciò che fanno, "e di ritenere possibile per magica inesperienza della vita modificare il mondo".
A ragazze e ragazzi Veneziani lancia una provocazione: "Puntate sulla rivoluzione, ne avete tutte le facoltà, incluse le velleità che all’età vostra si chiamano speranze. Fate la rivoluzione, non contro qualcuno nè a danno di terzi, ma per rigenerare il mondo, che è stanco, vecchio, spompato. Non tutto è fatto, è detto, è visto, è pensato, c’è ancora da fare, dire, vedere, pensare. Pensate pericolosamente – continua il giornalista-filosofo – e rischiate in proprio ma per una buona causa, non solo per un’emozione o peggio per un impulso o una voglia".
Veneziani ammette: "Per noi è scaduto il tempo, scaduta la passione; ne abbiamo viste troppe, le cose morte superano le vive, conosciamo il potere e le sue leggi, conosciamo la routine e le sue leggi". Invece "a voi disperare non è concesso, perchè si puo’ disperare a posteriori, mai a priori". La conclusione? "Scuotete il vostro tempo".
Già, i giovani che in Italia vengono considerati malati forse perchè non sono calvi nè hanno i capelli bianchi, non hanno le pance gonfie, nè tanto meno il portafoglio imbottito di quattrini, non hanno smesso di sperare e sanno ancora cosa sia la curiosità.
Come vorrei non invecchiare mai, nella testa e nel cuore!
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