Nel 2014, il saldo migratorio con l’estero degli Italiani con almeno 25 anni evidenzia una perdita di residenti pari a 45 mila unità, di cui ben 12 mila sono individui in possesso di laurea. Una significativa perdita di residenti riguarda anche coloro in possesso di un titolo di studio fino al diploma di scuola media superiore (-33 mila). E’ quanto segnala un rapporto Istat sulle migrazioni internazionali e interne della popolazione residente nel 2014. Sul versante dei rientri in patria va sottolineato un cospicuo incremento rispetto al 2013 del numero di laureati (+18,6%).
Tale fenomeno potrebbe essere stato in parte prodotto dalla Legge 238/2010 (conosciuta come legge sul Controesodo) che, attraverso un sistema di sgravi fiscali, incentiva il rientro di risorse umane altamente qualificate. Si abbassano, invece, ulteriormente i rientri in Italia di cittadini in possesso di titolo di studio inferiore alla laurea (-2,8% sul 2013).
Su versante delle partenze Germania, Regno Unito, Svizzera e Francia si confermano le principali mete di destinazione. Il Regno Unito è la meta preferita dei laureati (oltre 3 mila), davanti alla Germania (2mila 400). La Germania (7 mila 500), invece, è la meta preferita tra coloro che posseggono un titolo di studio fino al diploma, davanti al Regno Unito (6 mila 700).
Infine, tra le mete a lungo raggio, oltre i confini dell’Europa ci si reca soprattutto negli Stati Uniti (oltre 4 mila) e in Brasile (mille 800), movimenti che interessano, in un caso su tre, italiani in possesso di laurea.
EMIGRAZIONE, PIU’ UOMINI CHE DONNE Degli oltre 136 mila cancellati per l’estero nel 2014 il 53,2% è rappresentato da uomini, il che comporta che per ogni 100 emigrate all’estero vi siano 114 emigrati. Nei flussi in ingresso, invece, il rapporto uomo/donna mostra un sostanziale equilibrio: su complessivi 278 mila iscritti il 50,1% è di genere maschile. La popolazione migrante ha un profilo per età molto giovane, sia per l’emigrazione che per l’immigrazione. Tra coloro che emigrano, indistintamente dal genere, ben il 50% possiede un’età compresa tra i 15 e i 39 anni. Tra coloro che invece immigrano la quota di 15-39enni sale fino al 60%. Il saldo migratorio con l’estero che si cumula in tale classe di età, pari a 99 mila unità nel 2014, copre il 65% del saldo migratorio complessivo. E’ quanto segnala un rapporto Istat sulle migrazioni internazionali e interne della popolazione residente nel 2014.
L’analisi congiunta per sesso ed età dei migranti rivela che uomini e donne detengono un profilo strutturale solo apparentemente molto simile, in particolar modo guardando ai flussi in ingresso. L’età media delle immigrate, infatti, è di tre anni superiore a quella degli immigrati (33,4 anni contro 30,4), sebbene il picco di massimo delle prime si collochi in corrispondenza dei 27 anni, un anno meno di quanto si riscontra tra gli uomini (28 anni). In realtà, è nelle classi mature (40-64 anni) e anziane (65-79 anni) che le immigrate manifestano una evidente supremazia, dando così luogo a un potenziale umano decisamente più invecchiato. Nei flussi in uscita i profili per sesso ed età appaiono più ravvicinati. Si rilevano, tuttavia, livelli significativamente superiori per gli uomini a quasi tutte le età, mentre per le donne si registra un’età media lievemente più elevata (34 anni contro 33,8).
Discussione su questo articolo