Sono la “generazione Z”, che dovrebbe fare la fortuna dell’Italia e della sua industria, eppure rischiamo letteralmente di perderla. Non solo perché i nostri under30 sono sempre meno, frutto amaro di una denatalità che fa sparire dai banchi 100/110mila studenti l’anno. Ma anche perché – scrive Il Sole 24 Ore – quelli che abbiamo rischiamo addirittura di “regalarli” ai paesi nostri competitor, visto che uno su tre, vale a dire ben il 35%, ha dichiarato candidamente che lascerebbe il Belpaese per avere opportunità lavorative migliori e salari più alti.
Per un lavoro più gratificante addirittura l’85% dei nostri giovani mette nel conto la possibilità di trasferirsi lontano da casa.
A testimonianza, a voler vedere il bicchiere mezzo pieno, che i nostri ragazzi sono tutt’altro che “bamboccioni” ma pronti a mettersi in gioco ma anche, a volerlo vedere purtroppo mezzo vuoto, del totale fallimento delle politiche di meri bonus assistenziali e incentivi “una tantum” fin qui portate avanti dagli ultimi governi.
Ad accendere una nuova spia rossa sull’emergenza giovani è un’indagine condotta su un campione di 1.200 under30 realizzata da Ipsos per la Fondazione Raffaele Barletta, che sarà presentata in Campidoglio, a Roma, mercoledì 10 luglio.