Comunicazione, capacità di fare rete, promozione della cultura e della lingua italiana, per rinsaldare i legami con le seconde e terze generazioni di emigrati toscani e non disperdere il capitale umano della nuova emigrazione avvenuta negli anni più recenti.
Perchè lo storico associazionismo dei toscani all’estero non basta più di fronte ad un panorama del fenomeno migratorio ormai multiforme.
Si articola attorno a questi temi la Giornata annuale dei Toscani nel mondo, prevista dalla legge regionale 26/2009, in corso oggi all’Università degli stranieri di Siena. Intervengono i membri del nuovo Consiglio dei Toscani del Mondo (l’organismo regionale di rappresentanza), esponenti delle associazioni, e rappresentanti della cosiddetta “nuova emigrazione”. Insieme definiscono la ripresa del lavoro in questo ambito da parte della Regione, dopo alcuni anni di stasi, “un’azione politica molto importante”.
L’evento, dal titolo “Un’idea di Toscana. Un ponte tra memoria e futuro”, si svolge in tono minore a causa dell’emergenza causata dal maltempo che ha colpito la Toscana. Il presidente della Regione Eugenio Giani, che è anche presidente del Consiglio dei Toscani nel mondo, è assente per gli impegni in qualità di commissario delegato, però non fa mancare il suo saluto.
“La giornata di oggi è importante per analizzare e rispondere all’esigenza di considerare i toscani nel mondo in una nuova prospettiva, per gestire al meglio il Consiglio affinché il suo lavoro sia efficace”.
In apertura l’intervento del rettore di Unistrasi Tomaso Montanari con una riflessione sul concetto di identità.
“Tenendo insieme memoria e futuro – dice Montanari – la Toscana ha tutte le carte in regole per vivere la propria identità in un periodo di crisi non come un muro ma come un ponte, che ci aiuta a cambiare. Rimanere se stessi diventando altri, un gioco difficile che è anche l’esperienza di molti dei toscani all’estero, i quali restano toscani, italiani e anche cittadini del paese che li ha accolti. Un legame che non finisce e che non diventa un ostacolo a essere cittadini del mondo, membri della comunità umana che è forse l’identità fondamentale per costruire la pace in questo momento”.