Quintino Pallante, presidente del Consiglio regionale del Molise, in occasione della Giornata dell’Emigrazione dei molisani nel mondo, istituita con legge regionale 12 del 2015, in memoria di padre Giuseppe Tedeschi, e fissata per il 6 dicembre di ogni anno in ricordo delle vittime molisane della tragedia del crollo della miniera di Monongah negli Stati Uniti, ha dichiarato: “Una parte importante della storia di questa nostra regione è costituita da quel complesso fenomeno socio-economico che è stato ed è ancora l’emigrazione”.
“Fenomeno che ha coinvolto ogni famiglia del Molise a partire dalla fine dell’800, per passare ai primi del Novecento, quindi nel dopoguerra, fino ad arrivare ai tempi odierni. Un esodo di dimensioni significative che ha visto giovani e intere famiglie lasciare la loro terra d’origine per cercare fortuna lavorativa, economica e realizzativa o in altre regioni d’Italia o, più massicciamente, all’estero”.
“Non tutti trovarono quella ‘fortuna’ che cercavano; alcuni – prosegue Pallante – purtroppo perirono in condizioni di lavoro e sfruttamento inumane; ne è un esempio, appunto, la tragedia di Monongah, di cui oggi ricorre l’anniversario. Altri, invece, ebbero miglior destino e poterono creare la basi di un radicamento e di una strutturazione che li portò ad essere prima componenti e membri ascoltati e rispettati delle comunità che li avevano accolti”.
“Un legame che la Regione Molise e il Consiglio regionale tutto – ha aggiunto il presidente dell’assise – hanno inteso nel tempo promuovere, sostenere e implementare, sia con chi è partito da questa regione per andare a vivere e lavorare fuori, che con i loro figli e discendenti”.
La Giornata dell’Emigrazione dei molisani nel mondo rappresenta, quindi, “per l’intero Molise – ha sottolineato Pallante – l’occasione corale per ribadire la volontà di questa nostra terra a riaffermare il legame con ogni molisano, per dire a ciascuno di loro che li aspettiamo nei nostri 136 comuni, perché è qui che si trova la loro casa, qui che sono le loro radici, qui che si trova i loro porto sicuro dal quale salpare per il resto del mondo a conquistare obiettivi strategici, ma al quale poter far ritorno in ogni momento della vita, sentendosi accolti e voluti bene”.