Onorevole Ricardo Merlo,
lei sui tagli del suo governo ai piccoli giornali cosa dice? Lei oggi ricopre il ruolo di Sottosegretario al Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale nel Governo Conte. In pratica, per la prima volta il Maie (Movimento Associativo Italiani all’Estero) che lei presiede ha un proprio rappresentante all’interno di un esecutivo italiano. Questo le fa onore, ci mancherebbe altro. E il tutto ci fa capire che appoggia in tutto e per tutto Lega e MoVimento 5 Stelle. Già, proprio i due partiti che nell’oramai famigerata (e aggiungeremmo abbastanza pasticciata) manovra economica hanno deciso di far morire la democrazia. Come Lei saprà bene: prima diminuendo e poi facendo scomparire del tutto i contributi pubblici alla piccola editoria. Anche quella che pubblica, con enormi sacrifici, quotidiani e periodici in lingua italiana nel mondo.
Il tutto si tramuterà nella chiusura di tante redazioni e nella perdita di migliaia di posti di lavoro. Ne pagheranno le conseguenze soprattutto quelle piccole realtà che quotidianamente e affannosamente lavorano con un solo unico obiettivo: tramutare in cronaca quello che succede in Italia e nel mondo.
Scriviamo a Lei non solo per la sua doppia carica istituzionale, ma perché lei lo conosce bene, il mondo dell’editoria. È stato direttore di due giornali in Argentina, quindi sa bene di quello che parliamo. In una parola: democrazia.
Non c’è bisogno che Le venga spiegata l’etimologia di questa parola. Ma lo spieghiamo ai lettori: letteralmente significa “governo del popolo”, quello cui dice di essere al comando il vicepremier Luigi Di Maio. Una locuzione che l’ex steward dello stadio San Paolo di Napoli usa spesso.
Un vanto, per lui, essere rappresentante del governo del popolo. Di conseguenza, rappresentante della democrazia. Un controsenso, ci permettiamo di dire.
Perché con la chiusura dei giornali si direbbe addio a questa bella parola, con la probabile possibilità di passare a una sorta di dittatura. Perché “silenziare” i media porterebbe a questo.
A noi, caro Merlo, farebbe piacere che lei prendesse una posizione: da che parte sta? Dalla parte dei forti (del governo) o dalla parte di quei cattivoni dei suoi ex colleghi (i giornalisti)? Ci farebbe davvero piacere avere un suo parere in merito.
Anche perché gli italiani all’estero che Lei rappresenta perderebbero quei media che con fatica, ma con amore, parlano loro attraverso i giornali, le radio e le tv. Insomma, sarebbero ancora più lontani dalla nostra amata Terra, perderebbero un filo che comunque li tiene in qualche modo “ancorati” allo Stivale.
Grazie per l’attenzione, onorevole. E grazie per la Sua risposta che, siamo sicuri, non mancherà.