“L’informazione ha un valore enorme, di libertà e democrazia; quella che si rivolge agli italiani all’estero è anche una finestra sul nostro mondo che contribuisce a far sentire presenti e partecipi i connazionali lontani. Quotidiani e periodici italiani all’estero diffondono nei cinque continenti le notizie che riguardano il nostro Paese, ma anche le nostre comunità oltre confine. L’informazione italiana nel mondo unisce, spesso a costo di enormi sacrifici, l’Italia agli italiani all’estero e viceversa. Sa parlare a loro, ma anche di loro, delle loro necessità, dei loro problemi: cosa che l’informazione italiana non fa. Dunque è importantissimo il ruolo che svolgono le testate italiane all’estero. Anche per questo Forza Italia ha votato questa settimana a favore della proposta di legge sull’editoria che istituisce il ‘Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione’: il testo prevede tra le altre cose il mantenimento dei contributi alla stampa d’emigrazione. Condividiamo le parole del presidente del MAIE, On. Ricardo Merlo: è certamente un passo avanti; adesso la speranza è che possa essere migliorata la distribuzione delle risorse e che finalmente anche l’informazione online possa essere valorizzata e sostenuta come dovrebbe. Ormai le notizie corrono su internet e ignorare questo vorrebbe dire restare ancorati al passato”. Così Vittorio Pessina, responsabile nazionale del dipartimento Italiani all’estero di Forza Italia.
“A proposito di informazione, però, consentitemi un commento anche sulla recente fusione tra la Itedi, società che controlla La Stampa e il Secolo XIX, e il Gruppo L’Espresso, proprietario di Repubblica e dell’omonimo settimanale. Con questa operazione De Benedetti diventa il padrone dell’informazione quotidiana in Italia. Tuttavia non vedo nessuno che si straccia le vesti di fronte a un uomo che concentra nelle proprie mani un potere così grande. Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, pare non abbia nulla da dire. Così come tace la sinistra. Eppure – conclude Pessina – si tratta di una fusione che mette davvero in pericolo il pluralismo dell’informazione italiana”.
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