Aldo Di Biagio, deputato di Futuro e Libertà, ha preso carta e penna e ha scritto una nota all’indirizzo del Sottosegretario all’Editoria, Paolo Peluffo, nella quale in buona sostanza chiede che vengano garantiti i fondi ai vari giornali italiani editi all’estero. Certo, sottolinea il parlamentare, la congiuntura economica attuale non è delle migliori, ma visto la “peculiarità” e “l’importante funzione svolta” dalla stampa oltre confine, “si renderebbe necessario un reintegro del contributo non erogato per il 2010, nonché la garanzia che il prossimo contributo, che verrà erogato nel 2012, venga corrisposto pienamente rispetto a quanto già previsto”.
Di Biagio non accenna minimamente alle diverse vere e proprie truffe che anche all’estero mantengono in vista dei giornali fantasma. Non sia mai, si potrebbe dare fastidio a qualcuno! E soprattutto, il finiano doc si dimentica – come spesso fanno tutti i suoi colleghi – dell’informazione online, unico vero strumento usato da tantissimi connazionali residenti all’estero che si informano su internet quotidianamente e che la carta non sanno neppure cosa sia, visto che in edicola a spendere soldi ci vanno sempre meno persone.
Il deputato eletto all’estero ignora dunque l’aspetto che riguarda l’editoria digitale, quell’informazione online a cui Di Biagio tiene molto, tuttavia, quando si tratta di rilanciare notizie che lo riguardano e comunicati vari. Così facendo il futurista trascura tutti quegli editori che, con grande spirito di sacrificio e facendo salti mortali, mantengono in vita grazie al web delle realtà editoriali che ormai sono diventate un vero e proprio punto di riferimento per gli italiani nel mondo.
Quella che riguarda l’informazione online è una grande e antica battaglia che ItaliaChiamaItalia porta avanti ormai da anni: dispiace prendere atto che, di fronte a certi appelli, la politica, gli eletti all’estero in particolare, siano sempre rimasti sordi e muti. Eppure, se Di Biagio si fosse ricordato che proprio il Sottosegretario Peluffo ha dichiarato nei giorni scorsi che è necessario ormai puntare sull’editoria online, più che mantenere giornali che ormai non legge più nessuno, avrebbe potuto cogliere la palla al balzo e rilanciare. Peccato.
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