“Salvini rischia di essere una tigre di carta che poi si accartoccia e si butta via. Orlando? Non siamo nel far west dove uno si decide quali leggi gli vanno bene e quali no, è pericolosissimo. Dato che il governo dice: prima gli italiani, abbia la coerenza di non dare il reddito di cittadinanza anche agli stranieri. Taglio stipendi parlamentari? Mi viene da ridere, soltanto uno scappato di casa, uno che non ha mai lavorato in vita sua, può pensare che la priorità del Paese sia questa. Nell’immaginario grillino, fatto di scie chimiche e mancati allunaggi, la moralità della politica appartiene soltanto al denaro che per loro è lo sterco del diavolo. Stipendio in base ai risultati raggiunti? Sarei d’accordo, chi come me ha lavorato nelle aziende è abituato”
Giorgio Mulè, deputato di Forza Italia, intervenuto a Radio Cusano Campus, sull’iniziativa di Orlando e altri sindaci di non applicare il decreto sicurezza ha detto: “Se le leggi non si applicano si va fuori dall’ordinamento democratico e non si riconosce l’autorità non solo del Parlamento, ma anche della Corte Costituzionale. Non siamo nel far west dove uno decide quali leggi gli vanno bene e quali no, è pericolosissimo”.
“Nel Pd sanno che se c’è una legge che va fuori dal recinto costituzionale, si ricorre alla Consulta, come stanno facendo con la legge di bilancio. Non è che da domani i sindaci non applicano le regole della legge di bilancio, è ovvio che se siamo in un sistema democratico si applicano anche le leggi che non ti piacciono”.
Tuttavia, “dato che il governo dice: prima gli italiani, abbia la coerenza di dire che non puoi supporre di dare il reddito di cittadinanza anche agli stranieri residenti da 5 anni in Italia. Se dici prima gli italiani, occupati prima degli italiani”.
Sul taglio agli stipendi dei parlamentari: “Mi viene da ridere, avendo lavorato 30 anni guadagnando di più rispetto a quanto guadagno adesso da parlamentare. Soltanto uno scappato di casa, uno che non ha mai lavorato in vita sua, può pensare che la priorità del Paese sia il taglio dello stipendio dei parlamentari. Io dico: facciamo che ai parlamentari venga dato il 60% dello stipendio che prendevano prima di entrare in Parlamento. Sapete quante sorprese avremo?”.
“Andate a vedere quanto guadagnavano i grillini prima di entrare in Parlamento. Non avendo mai lavorato o avendo avuto esperienze lavorative risicate nei guadagni, non sanno cosa significhi avere impegni di vita. Nel loro populismo d’accatto gli viene facile sparare questa fesseria che umilia e mortifica i bisogni reali che un parlamentare dovrebbe avere in questo momento: dare risposte alla recessione, alla crisi. E loro si occupano degli stipendi dei parlamentari, mi fanno ridere”.
“La maggior parte dei miei colleghi ci ha perso a livello di stipendio entrando in parlamento. La moralità della politica passa dai comportamenti, non dallo stipendio. Nell’immaginario grillino, in questa galassia fatta di scie chimiche e mancati allunaggi, la moralità della politica appartiene soltanto al denaro che per loro è lo sterco del diavolo, per noi liberali invece è una forma di realizzazione dei sacrifici che ognuno fa”.
“Sul discorso dei vitalizi, Forza Italia li abrogò già nel 2011. Non è sul tema del taglio di stipendi e vitalizi che si fa la battaglia politica. Bisogna ribadire alle persone che col rispetto totale che si deve anche a un centesimo, preferirei che un ministro del lavoro e dello sviluppo economico si occupasse del taglio degli sprechi nella PA. Il taglio dei vitalizi corrisponde allo 0,023% della spesa per le pensioni, ha un effetto enorme dal punto di vista mediatico ma nullo dal punto di vista pratica. Oggi avremmo qualche decina di miliardi in più”.
Stipendio in base ai risultati raggiunti? “Chi ha lavorato nelle aziende sa che una parte importante della retribuzione è agganciata ai risultati che uno raggiunge. Benissimo. Io lo faccio domani mattina. Tutta la vita ho fatto questo, mi sono misurato su risultati che venivano concordati all’inizio dell’anno”.
Sulle parole di Salvini contro Forza Italia: “L’insofferenza della Lega nei nostri confronti è evidente laddove sul piano nazionale rivendichiamo che il programma del centrodestra non è applicato. Questo scatena spesso l’ira della Lega, pazienza, chi si fa pecora il lupo lo mangia. Su questa legge di bilancio c’è una formula assai annacquata di quello che noi abbiamo detto che avremmo fatto se fossimo andati al governo. Nella manovra ci sono numeri sparati a capocchia sul reddito di cittadinanza che diminuiscono dalla mattina alla sera. Noi diciamo alla Lega: cara Lega, noi siamo geneticamente diversi politicamente dal M5S, voi dovete tornare nel perimetro del centrodestra dopo aver provato sulla tua pelle il grado d’incapacità dei 5 Stelle e faccio un nome su tutti: Toninelli”.
Salvini leader come Berlusconi? “Imparagonabile, il paragone non regge per la storia, la caratura, la capacità che ha avuto Berlusconi di rimanere in campo nonostante l’offensiva a cui è stato sottoposto. Pensate al consenso di Monti all’inizio, a Renzi, tutti i leader che si sono succeduti, nessuno ha resistito alla prova del tempo. Anche Salvini rischia di essere inghiottito da una cronaca contingente per non avere la visione del Paese. Salvini può andare bene adesso perché sull’immigrazione tocca la pancia del paese, ha un tono e un modo di rivolgersi su alcuni temi perché fa presa sulla sicurezza. Ma se Salvini non si dà il respiro della storia, la visione del Paese, rischia di finire come tutti gli altri leader. Berlusconi invece è stato un leader, uno statista, che ha segnato la storia politica degli ultimi 20 anni. Salvini vuole fare il leader del centrodestra? Deve avere la capacità, rivendicando i suoi valori e le sue radici all’interno del centrodestra, altrimenti rischia di apparire come una tigre di carta che poi si accartoccia e si butta via”.