Contro la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni è stata detta (e scritta) ogni cosa. Ella è stata insultata per l’aspetto fisico, per la sua parlata e per ogni cosa che riguarda la sua persona. Meloni è stata apostrofata con epiteti veramente sgradevoli, come “coatta”, “occhi a palla”, “fascistona” e quant’altro.
Ultimamente, le copie del suo libro, con la foto del suo volto in copertina, sono state disposte “a testa in giù” su uno scaffale di una libreria. Eppure, il mainstream della sinistra ha sempre taciuto.
Da parte della sinistra, non vi è mai stata una presa di posizione contro gli insulti rivolti alla leader di Fratelli d’Italia. Se gli stessi epiteti rivolti a Giorgia Meloni fossero stati rivolti ad una donna dell’altro schieramento politico ci sarebbe stato un quarantotto. La sinistra sarebbe scesa in piazza, con tutte le associazioni, i centri sociali ed i sindacati, sarebbe scesa in piazza ed avrebbero manifestato in modo rumoroso, gridando al sessismo.
Oltre a ciò, la sinistra chiederebbe leggi speciali contro l’hate speech. Invece, gli insulti ad una donna di centrodestra come Giorgia Meloni non ricevono la stessa condanna (con la stessa veemenza) ed il tutto passa in cavalleria. Sembra che ella (come le altre donne non di sinistra) sia figlia di un dio minore.
Questo atteggiamento della sinistra è a dir poco schizofrenico ed incoerente. Parla tanto di condanna dell’hate speech e del sessismo, ma sembra che il tutto sia a senso unico. Se la donna insultata è di sinistra, si debbono chiedere censure, boicottaggi di network e condanne. In caso contrario, invece, si tratta di “semplice dialettica”.
Una donna che viene insultata deve ricevere solidarietà, a prescindere dall’appartenenza politica. Giorgia Meloni è leader di Fratelli d’Italia, un partito che, secondo quanto riportano i sondaggi più recenti, è dato come il secondo per numero di consensi. Dunque, merita rispetto anche per questo, oltre che per il fatto che sia una donna.