Dovremmo tutti riflettere riguardo le parole pronunciate dal presidente della Cei Cardinal Bagnasco. Questa volta non si parla né di religione né di politica, bensì di valori. Il valore è quell’ente morale che può risanare la società più di qualunque manovra finanziaria.
Si parla del gioco d’azzardo. In Italia ci sono un milione e ottocentomila giocatori. Dei quali la metà si possono ritenere malati cronici, patologici e compulsivi. Solo un anno fa sono stati “investiti” ottanta miliardi di euro, il doppio della manovra “salva Italia”, in false speranze, illusioni effimere e destinate alla smentita. Ma cos’è che ha educato l’uomo a cercare le comodità gratuite, i soldi facili, quella voglia rabbiosa di ricevere tanto, troppo in cambio di niente? Perché non siamo più in grado di “costruire” il nostro destino e vorremmo invece vederlo piovere dal cielo? Forse perché l’impegno, la buona volontà e l’onesta non sempre ripagano oggigiorno.
L’arcivescovo di Genova parla di ”storture culturali ed educative che, se non riprese e corrette con decisione e unitariamente, coltivano illusioni devastanti a cui seguono infelicità e depressione non solo dei singoli – soprattutto delle giovani generazioni – ma della società intera”.
Il costume sociale italiano, purtroppo, è molto e troppo gestito dai media che spesso ci portano a desiderare le cose sbagliate, ci portano a prendere esempio dallo “sbagliato” e non dal “giusto”, ci portano a voler diventare qualcosa che non potremo mai essere. Ai signori dei media e a tutti i responsabili dell’allestimento e della diffusione di stereotipi sociali allettanti, vorrei ricordare l’articolo 21 della Costituzione italiana: “Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e reprimere le violazioni.”
Come direbbe il giocatore di Dostoevskij: “Dappertutto gli uomini non fanno altro che togliersi o vincersi qualcosa a vicenda” e domani, forse, domani smetteremo.
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