"Non spetta alla politica decidere i palinsesti, non spetta ai partiti decidere chi puo’ lavorare nella piu’ importante azienda culturale di questo Paese. A meno che non si debba dare ragione a Roberto Saviano quando scrive ‘cio’ che sotto Berlusconi era inaccettabile, adesso e’ grammatica del potere’. La Rai mi puo’ licenziare, il Partito democratico – con tutto il rispetto – proprio no". Cosi’ Massimo Giannini ha concluso in avvio della puntata di questa sera di Ballaro’ su Rai3 il suo intervnto-replica al dem Michele Anzaldi, componente della commissione di Vigilanza, che una settimana fa l’aveva attaccato dopo la puntata in cui si era parlato della Banca Etruria.
In quell’occasione Giannini aveva usato la metafora "qualche rapporto incestuoso in questa vicenda c’e’", scatenando polemiche durissime, specie in casa Pd, con Anzaldi che aveva invocato inizialmente provvedimenti aziendali nei confronti del conduttore. Stasera Giannini ha replicato, con tono calmo che pero’ tradiva l’emozione e la tensione nel dire apertamente quello che pensava degli attacchi venuti dal Pd e dalla politica nei suoi confronti e piu’ in generale nei confronti del servizio pubblico.
Il giornalista ha parlato di reazioni dei parlamentari del Partito democratico "innescati, come spesso succede, dal membro della commissione di vigilanza Michele Anzaldi durante questa settimana, io onestamente non se ridere o piangere. Anzaldi mi accusa di aver offeso il ministro Boschi" per l’appunto per quella formula "formula incestuosi, per definire il pasticcio che si e’ creato tra management, politica, massoneria e finanza intorno alla Banca popolare dell’Etruria. Altri esponenti del Pd piu’ generosi mi offrono almeno una scappatoia: ‘Giannini chieda scusa’".
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