Gianluca Grignani è intervenuto stamattina ai microfoni di Radio Cusano Campus e ha parlato dei suoi vent’anni di carriera: “Il tre dicembre farò un bel concerto a Roma, città che adoro, mi sono reso conto che è la più bella del mondo. Il concerto è pronto, all’Atlatinco. Poi faremo anche un concerto nel carcere di Bollate, il tredici dicembre. A Roma, invece, il 3 dicembre andremo al Bambin Gesù al mattino, per fare un incontro con i bambini. Ho sempre adorato Roma, solo che ultimamente non riesco a farne a meno”.
“Il segreto per arrivare a una carriera di vent’anni? Non arrivare mai all’apice, mi sono ritirato dalla televisione per diversi mesi e ho ripreso a fare i concerti da solo in acustico, pubblicizzandoli venti giorni prima dell’evento. Bisogna sempre mettersi in gioco, per star fuori da tutti i meccanismi un po’ strani che sono attorno al mondo dei live. La musica non ha profondità nè lato, bisogna sperimentare, lavorare, bisogna essere artisti e non semplicemente marketing man. I soldi fanno girare il mondo, ma anche la cultura lo fa. Chi riesce ad abbinare le due cose senza vendersi, allora può definirsi artista”.
Gianluca Grignani ha attaccato i media: “Alcuni meccanismi nei live sono un po’ strani, cose che avevo già annusato da un po’. E anche il gioco che fanno i media in Italia sta diventando ridicolo. Mi hanno fatto morire tante volte, ma un poeta diceva che gli eroi muoiono solo una volta, tutte le altre volte si rialzano. Preferisco non star dietro alle cazzate che certe volte vengono fuori, evito anche di rispondere. Mettono gli anabolizzanti all’interno di molte notizie. La mia fortuna è che io sono un uomo forte e certe cose non mi hanno mai toccato più di tanto. Altre persone avrebbero potuto sentirsi quasi istigate al suicidio, i media devono stare attenti. Io ho le spalle larghe e un pubblico che mi adora e che mi ha perdonato certe situazioni e certe difficoltà, ma c’è gente che ci può morire davanti a queste cose, usano la parola, la comunicazione, come se fosse una spada in grado di tagliarti in due. Ripeto, a volte sembra istigazione al suicidio. Se fossi stato un po’ più debole, se le persone che ho accanto non mi avessero creato questa corazza, mi chiedo come sarebbe finita”.
Gianluca Grignani, poi, ha detto la sua sui talent: “I talent sono un mezzo discografico e televisivo per creare il successo momentaneo. Il problema è che non c’è profondità nei talent, vengono fuori solo interpreti, non personaggi musicali. Quando mi è stato proposto di fare il giudice in un talent, e io ho detto che lo avrei fatto volentieri ma potendoci mettere contenuti, alla fine non mi hanno più chiamato. In futuro potrei anche partecipare, ma solo se mi lasciano libero di fare. Il problema è che se non fai il gioco della grande discografia e delle grandi agenzie sei fastidioso, io ho la grande fortuna di essere un po’ una scheggia impazzita che funziona, non possono né spegnermi né raffreddarmi”.
Sul suo rapporto con le donne: “Quante proposte indecenti ho ricevuto in questi vent’anni di carriera? In pochi ci credono, ma io sono un timido in queste cose. Più passano gli anni e più mi sento profondo. Tante donne, bellissime e anche conosciute in diversi casi, mi hanno fatto il filo, ma non me ne sono mai accorto. Mi sono sempre sentito più vicino alle donne del popolo”.
Sul Nobel per la Letteratura a Bob Dylan: “La polemica che c’è stata la trovo veramente riduttiva. Peccato che Dario Fo sia morto proprio in quei giorni, perché sono convinto che avrebbe accolto con grande entusiasmo questa apertura straordinaria. La musica a un certo livello diventa poesia, diventa arte”.
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