Gianfranco Fini ogni tanto sente nostalgia dei tempi passati, quando era uno dei protagonisti della politica italiana. E così l’ex leader di An, ex leader di Futuro e Libertà, torna a far parlare di sé periodicamente. Colpa anche di quelli che lo invitano a dibattiti e convegni, come se ci fosse anche solo una piccola parte di italiani disposta ad ascoltare ciò che l’ex presidente della Camera ha da dire. Come se la sua opinione interessasse ancora a qualcuno. Bah.
Fatto sta che venerdì scorso Fini era ospite a un convegno sull’immigrazione dal titolo “Io ho paura”. Con lui c’era pure Massimo D’Alema, uno di quei comunisti duri e puri con il portafoglio a destra. Dalla platea uno studente alza la mano e porge una semplice domanda a Gianfry: perché agli immigrati viene pagato vitto e alloggio quando molti italiani muoiono di fame e non hanno casa? “In Italia non esistono leggi che danno assistenza ai migranti togliendola agli italiani”, replica Fini. Ma il ragazzo lo incalza: agli immigrati date un posto dove stare, oltre a cibo da mangiare, mentre sono tanti gli italiani costretti a dormire in macchina o sotto a un ponte, per strada. A questo punto Gianfranco sbotta: “Gli stranieri non sono privilegiati rispetto agli italiani” e agli studenti in platea “non mi fate girare i coglioni”, dice. I lettori giudichino da sé.
Da parte nostra possiamo soltanto dire che un comportamento del genere, da parte di chiunque, ma a maggior ragione di chi ha rivestito ruoli politici e istituzionali di primo piano in Italia, è semplicemente vergognoso. Un ormai sedicente politico che alle domande legittime dei cittadini preoccupati risponde con arrogante volgarità è il peggio a cui possiamo assistere. Qualcosa di imbarazzante per lui e per chi lo ascolta. Un comportamento certamente da disprezzare. E infatti è noto quale sia stata la fine politica di Gianfranco: sparito nel nulla.
All’ex presidente della Camera possiamo solo inviare un messaggio, attraverso le pagine di ItaliaChiamaItalia: caro Gianfranco Fini, vai in Africa. Trasferisciti lì, nel Continente Nero. Se non capisci che ormai gli italiani, a torto o a ragione, si sentono stranieri nel proprio Paese, vattene. Se ancora non ti è chiaro che quando il popolo ha fame non è disposto a cedere nulla di quel poco che ha ad altri, vuol dire che sei rimasto chiuso nelle stanze dei palazzi romani del potere per troppo tempo e quindi hai perso il contatto con la realtà quotidiana che invece vivono milioni di connazionali, anche tra gli italiani all’estero. Connazionali che di fronte a immigrati o rom, chissà perché, arrivano sempre dopo. La risposta e gli insulti che hai indirizzato ai giovani della platea del convegno noi li rispediamo a te: tu e chi pensa che gli italiani debbano venire sempre dopo ci avete rotto i coglioni.
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