Roberto Giachetti, deputato del Pd, leggerà i curricula di Salvini e Di Maio durante un evento a Roma. “Ho avuto le bozze, ma non sarà molto impegnativo perché non sono lunghissime – ha scherzato Giachetti parlando a Radio Cusano Campus -. Me l’hanno chiesto e io ho accettato. Io vorrei farlo alla Gasmann, perché il mio sogno mai realizzato era quello di fare il doppiatore. Ho scoperto molte cose dai curricula, ad esempio che Salvini è arrivato a pochi esami dalla laurea, ma non si è laureato. Ho scoperto anche che aveva presentato una lista al Parlamento Padano, che si chiamava ‘comunisti per la Padania’. Il cv di Di Maio è un po’ più breve di quello di Salvini, ma è anche vero che lui è più giovane. E’ una cazzata dire che la sinistra snob prende in giro per i curricula. Quando è uscita la polemica, io ho sempre difeso Di Maio affermando che la tempra politica non dipende dai titoli di studio o da quello che ha fatto prima di entrare in politica. Ci sono persone che hanno dimostrato grandi capacità pur non essendo laureati e non avendo alle spalle grandi lavori”.
Sul governo. “Se io avessi fatto una campagna elettorale dicendo che voglio regalare una Ferrari e 3 mesi di vacanza, magari avrei preso il 60%. Io rimango della convinzione che la politica non deve farsi trascinare dai sentimenti e dalle attese del popolo, la politica deve indicare una strada per il bene del Paese, anche a costo di fare scelte impopolari. Noi siamo in una fase in cui abbiamo una propaganda elettorale che va avanti da anni, continua ad andare avanti anche adesso”.
Su Riace. “Questa vicenda è un “salto di qualità” dell’atteggiamento di Salvini. Lui, essendosi reso conto che le sue fortune si basano anche su sistema di integrazione sofferente, va a colpire e a cercare di smantellare uno dei pochi esempi di integrazione che ha funzionato. Ha bisogno di farlo perché se no il suo storytelling sull’immigrazione pericolosa rischia di avere una battuta d’arresto. Se si capisce che c’è la possibilità di una convivenza civile tra italiani e stranieri, tutta la sua retorica viene meno”.
Sul PD. “Il nostro problema è stato che, indicata una sceneggiatura condivisa anche dagli elettori, col passare del tempo si è dovuto fare fronti ad attacchi e bordate costanti sia sulla leadership di Renzi sia sull’operato del governo. Zingaretti e il dialogo con il M5S? Zingaretti ricade nell’errore di rapportarsi e misurare ciò che si deve e non si deve fare sulla base delle scelte della classe dirigente. Non lo si fa proponendo alleanze che tra l’altro ci vedrebbero subalterni, ma mettendo in campo politiche che restituiscano al PD battaglie su determinati valori e ideali che sono nelle nostre corde e nella nostra storia. Congresso? Chissà se mai l’avremo, io sono in sciopero della fame, lo proseguirò anche stasera nonostante sia invitato ad un evento in un ristorante. Quando avremo un congresso mi auguro che le scelte politiche dei candidati siano scelte chiare che lascino la possibilità al nostro popolo di poter scegliere. Mi sono fatto la convinzione, vedendo quello che hanno messo in campo, che i vertici del M5S sono più a destra di Salvini e della Lega. Di questo dovrebbero tenere conto anche gli elettori del M5S che li hanno votati perché delusi dalla sinistra”.
Sull’immigrazione. “Siamo stati bravissimi sul tema del salvataggio delle persone in mare e della prima accoglienza. Una deficienza nella nostra azione di governo è legata al segmento dell’integrazione”.
Su Roma. “Si vota tra due anni quindi c’è tempo per pensare di ricandidarsi, ma stavolta dico no. Perché l’esperienza di candidato è stata devastante sul piano umano, perché è stata una roba di una grande intensità. C’è un dispendio di energie e diventi ricettacolo di tutta una serie di cose drammatiche, che una volta che ti rimangono dentro ti segnano. Penso che per poter affrontare i problemi di Roma, peraltro come ce li lascerà la Raggi, ci vuole una forza che io non ho. Stavolta quindi dico con certezza che non mi ricandiderò, se poi lo farò sputatemi in faccia. Poi magari meglio candidare qualcuno più vincente di me”.