Roberto Giachetti, deputato PD e candidato sindaco alle ultime elezioni di Roma, parlando a Radio Cusano Campus, sul risultato del referendum Atac ha detto: “Sono andato a votare, ho votato sì. Non sono deluso perché non mi sono mai illuso. E’ stata una consultazione silenziata dal Campidoglio e non poteva che dare frutti di questo tipo dal punto di vista della partecipazione. Nel terzo municipio il referendum ha avuto un quorum del 19% e il presidente del municipio è stato eletto col 20%, quindi si va a votare poco ultimamente a Roma. La differenza delle percentuali tra sì e no la dice lunga sul sentimento dei romani. Bisogna chiedere all’amministrazione cosa accadrà ad Atac. La sindaca ogni mese annuncia che arriveranno centinaia di nuovi autobus invece arrivano centinaia di milioni di debito”.
Sul presunto rimpasto in giunta. “Qual è la novità? Ne ha già cambiati 15-16 di assessori. Hanno cambiato manager su manger, è un rimpasto che va avanti da 2 anni e mezzo”.
Sulla sentenza di assoluzioni per Raggi. “E’ stata una spada di damocle che si sono creati da soli. Tutto il castello sul fatto che si sarebbe dovuta dimettere l’hanno montato tutto loro, io dal primo momento ho detto che non c’era alcun motivo per dimettersi anche in caso di condanna. Io ho sempre detto che si sarebbe dovuta dimettere per la sua incapacità di governare. Nelle motivazioni quello che emerge è che la Raggi non conta nulla in questa giunta perché il fatto è stato commesso ma lei non se n’era accorta.
Sull’attacco di Di Maio e Di Battista ai giornalisti. “Molti giornalisti, anche de Il Fatto Quotidiano, si scandalizzano per le parole dette. Ma queste cose Di Maio e Di Battista le hanno dette anche contro di noi del PD. I giornalisti continuano a fare la fila per farli venire nelle trasmissioni e fargli fare monologhi senza contraddittorio. I giornalisti dovrebbero trarre le conclusioni su come hanno trattato questi signori, adesso che sono loro il bersaglio dei loro attacchi. Io ad esempio non sono mai riuscito a fare un confronto con la Raggi in campagna elettorale. Se si abituano le persone a fare monologhi, poi bisogna prendersi i frutti di quello che si è seminato”.