Paolo Gentiloni, deputato Pd ed ex presidente del Consiglio, intervenuto a ‘Otto e mezzo’ su La7 ha analizzato le ragioni della sconfitta elettorale del Partito Democratico: “Abbiamo perso perché il peso della crisi e anche quello dell’immigrazione a livello sociale era ancora vivo, nonostante l’ottimo lavoro fatto. Lo sforzo non è stato sufficiente. E’ la prima volta che una ripresa economica molto consistente non corrisponde a una limitazione delle diseguaglianze. L’errore più grande, non guardare in faccia le ferite sociali rimaste della crisi”.
E ora? Il Pd va sciolto? “Figuriamoci!”, replica Gentiloni, “se ne convincerà anche Calenda, il Pd deve rinascere, tutto deve fare tranne che morire. Ora abbiamo bisogno di argini”. “Noi dobbiamo ripartire da una alleanza per l’alternativa, dobbiamo mettere in pista una alleanza molto ampia, di cui faccia parte il Pd, che abbia un contenuto civico”.
“Ci saranno persone che si candideranno a guidare il partito – ha proseguito il deputato dem -, io mi dedicherò a questa alleanza, di cui il Pd farà parte. Dobbiamo cambiare tutte le facce, nel Paese c’è una disponibilità enorme. Io farò quello che mi si chiede di fare, ma mi propongo come una delle persone che può contribuire a questa rete: serve la ricostruzione di una alternativa, non un cambio di nome del Pd”.
A proposito del governo gialloverde: “Speriamo che l’Italia non faccia cose strane, nelle promesse elettorali abbiamo sentito che metterà veti sulle sanzioni alla Russia, ma credo che non lo faranno, ho sentito parole molte sagge su questo da Conte. Conte deve avere qualche soldo in più dall’Europa per rafforzare il lavoro fatto dal governo Gentiloni, senza minacce”.
E ancora, a proposito del vertice europeo: “Mi preoccupa innanzitutto il capitolo economico. C’e’ stato un compromesso tra Francia e Germania e bisogna stare molto attenti. Addirittura qualcuno parla di ponderazione dei titoli di stato in pancia alle banche italiane. E’ una storia che va avanti da mesi”. “Noi abbiamo bisogno di una rete di alleanze, in particolare coi paesi del Mediterraneo. L’Italia isolata non è più forte”.