Porre fine all’esperienza del governo Renzi è stato un peccato, perché la situazione è migliorata “e sono stati creati 700mila posti di lavoro in più”. Ad ogni modo “il governo proseguirà sulla strada delle riforme: non abbiamo finito e non abbiamo scherzato e tutti devono essere consapevoli che il processo di riforme andrà avanti nel tempo che abbiamo a disposizione”. Lo dice il premier Paolo Gentiloni, nella conferenza stampa di fine anno, tornando a ribadire che “Per me le parole chiave sono lavoro, sud e giovani”.
Lavoro chiama voucher, e Gentiloni è chiaro: “Non sono il virus che semina il lavoro nero, non hanno il copyright del lavoro nero, vanno corretti gli abusi”. Il tutto senza lasciarsi prendere dall’ansia del timer che scorre su questo esecutivo, perché se da una parte è vero che “il governo va avanti finché ha la maggioranza alle Camere, è di una semplicità quasi imbarazzante dirlo”, dall’altra non c’è paura del voto: “La stabilità di un paese a livello internazionale è sempre importante, ma la stabilità non può rendere prigioniera la democrazia. Quindi se si vota non si può vedere il voto come una minaccia”.
A maggior ragione il governo non interverrà nel dibattito sulla nuova legge elettorale con una propria proposta, ma accompagnerà i lavori sollecitando le forze politiche: “Penso che sia anche adeguato al clima necessario al Paese che la legge elettorale venga da un confronto tra i partiti e tra le forze parlamentari. Il Governo cercherà di facilitare questo confronto”.
A livello internazionale, c’è da discutere con l’Europa sul salvataggio di Mps (“sarà un percorso di mesi di dialettica con la vigilanza europea, mi auguro sarà una dialettica produttiva ed efficace”) e sul tentativo di scalata di Vivendi a Mediaset (“siamo consapevoli dell’importanza di Mediaset in Italia ma non ci sono golden power da esercitare in questo settore), ma soprattutto l’Italia, entrando nel Consiglio di sicurezza dell’Onu, dovrà fare i conti con i nuovi insediamenti annunciati da Israele a Gerusalemme Est dopo la risoluzione Onu che andava in senso contrario: “L’Italia ritiene che la soluzione dei 2 Stati che coesistono in reciproca sicurezza sia quella da perseguire: riteniamo che gli insediamenti non favoriscano la soluzione dei due Stati, ma anche che è una strategia basata sull’ idea che l’isolamento diplomatico di Israele sia strumento di pressione per portarlo al tavolo della trattative sia un’illusione”.
Paolo Gentiloni si dimetterebbe anche in assenza di una riforma elettorale se glielo chiedessero Matteo Renzi e il Pd nonostante abbia detto che la sistemazione della legge elettorale è un punto decisivo della legislatura? “Sono domande che dovrebbe rivolgere al segretario del Pd, che in questo momento non è in mezzo a noi… è in collegamento? Spero di no, spero che si stia riposando diversamente, almeno per qualche giorno”, è stata la risposta del presidente del Consiglio, nel corso della conferenza stampa di fine anno.
“Per quanto mi riguarda – ha aggiunto – io svolgo una funzione di servizio, come è normale per chi occupa questo incarico e in particolare per chi lo occupa sulla base di una crisi, non è che avete davanti a voi il trionfatore delle ultime elezioni. Quindi io svolgo questa funzione con tutte le capacità che posso mettere in campo e finchè avrò la fiducia del Parlamento”.
41 SOTTOSEGRETARI, NESSUNA SORPRESA (O QUASI) Sono 41 i sottosegretari nominati oggi nel corso della riunione del Consiglio dei ministri. Poche le novità rispetto al governo precedente: all’Istruzione arriva Vito De Filippo, che con Renzi era alla Salute, mentre al dicastero di Beatrice Lorenzin sbarca Davide Faraone, ex sottosegretario all’Istruzione.
Ecco la squadra al completo: Presidenza del Consiglio Maria Teresa Amici, Gianclaudio Bressa, Sandro Gozi, Luciano Pizzetti, Angelo Rughetti Affari esteri e cooperazione internazionale Vincenzo Amendola, Benedetto Della Vedova, Mario Giro Interno Gianpiero Bocci, Filippo Bubbico, Domenico Manzione Giustizia Federica Chiavaroli, Cosimo Maria Ferri, Gennaro Migliore Difesa Gioacchino Alfano, Domenico Rossi Economia e finanze Pier Paolo Baretta, Luigi Casero, Paola De Micheli, Enrico Morando Sviluppo economico Teresa Bellanova, Antonio Gentile, Antonello Giacomelli, Ivan Scalfarotto Politiche agricole, alimentari e forestali Giuseppe Castiglione, Andrea Olivero Ambiente e tutela del territorio e del mare Barbara Degani, Silvia Velo Infrastrutture e trasporti Umberto Del Basso De Caro, Riccardo Nencini, Simona Vicari Lavoro e politiche sociali Franca Biondelli, Luigi Bobba, Massimo Cassano Istruzione, università e ricerca Vito De Filippo, Angela D’Onghia, Gabriele Toccafondi Beni e attività culturali e turismo Dorina Bianchi, Ilaria Borletti Buitoni, Antimo Cesaro Salute Davide Faraone.
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