Paolo Gentiloni, ministro degli Esteri, in occasione dell’undicesima conferenza degli ambasciatori d’Italia, in corso alla Farnesina, dal titolo "Diplomazia per l’Italia", afferma: “Oggi c’è bisogno di diplomazia e di diplomazia italiana, capace di dialogo, di multilateralismo, di negoziato ed esperta nell’arte di rammendare i conflitti”.
Il ministro prosegue: “In questi mesi ho verificato che la nostra è una rete di grande qualità, che produce assistenza a imprese e istituzioni, che diffonde il marchio e la cultura italiani e che fa rete con le altre presenze italiane all’estero". Gentiloni ricorda che "la rete diplomatica italiana ha emesso due milioni di visti” nel 2014, “300mila passaporti per gli italiani all’estero e istituito ottomila corsi di lingua italiana”. Una rete che, specifica il titolare della Farnesina, "non è un service, ma una rete intelligente".
Vorremmo davvero che le cose stessero così, davvero vorremmo che la diplomazia italiana nel mondo fosse “una rete intelligente”. Purtroppo, però, la realtà in molti casi è ben diversa. Non poche volte, infatti, i nostri connazionali per avere sostegno e servizi dalle sedi diplomatiche italiane devono avere a che fare con ritardi e cattive gestioni.
E di certo una “rete intelligente” deve essere guidata da una Farnesina altrettanto intelligente: ma un ministero degli Esteri intelligente non chiude sedi diplomatiche di fondamentale importanza come l’ambasciata italiana a Santo Domingo… E infatti il Tar del Lazio ha sentenziato: illogica e sbagliata la scelta del governo di sopprimere l’ambasciata tricolore nella Repubblica Dominicana.
E’ vero che la diplomazia di un Paese all’estero è di fondamentale importanza, ma mentre Gentiloni dice questo il governo a cui appartiene continua a chiudere ambasciate e consolati in giro per il mondo. Se alle parole pronunciate da un ministro non seguono i fatti, siamo alla presa in giro. Se vogliamo per forza dire che tutto va bene ok, facciamolo; ma non pensiamo che gli italiani nel mondo siano degli stupidi, pronti ad abboccare a qualunque amo – leggasi frottola – venga loro gettato.
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