Intervistato dal Corriere della Sera, il governatore della Liguria Giovanni Toti in merito al decreto per Genova parla di “Qualche luce e molte ombre”. Secondo Toti, le richieste avanzate dall’amministrazione locale sarebbero state accolte dal governo “Con il contagocce. Mentre altre sono una nebulosa. A cominciare dalla cosa più importante, la ricostruzione del ponte”.
“Non vedo come un commissario straordinario ancora da nominare, al quale sono stati imposti moltissimi paletti, possa riuscire a stare nei tempi brevi che la città e la regione si aspettano».
Quali sono i principali paletti? «Se non ci sarà un affidamento “in house” ad Autostrade occorre una gara, ancorché semplificata e ristretta. Ci vorranno mesi per scegliere i progetti presentati dalle principali aziende del settore. E poi l’esclusione delle società che hanno rapporti con tutte le concessionarie, non solo Autostrade, pone un tema di equità per l’accesso al mercato che si presta a eventuali ricorsi”.
Lo scontro governo-Autostrade rallenterà la ricostruzione del ponte? “La controversia sul futuro della concessione è legittima. In Parlamento e soprattutto in tribunale, che dovrebbe restare il luogo principale per trovare i colpevoli. Ma trascinata sul tema del ponte e del futuro di Genova, finirà con il trasformare la ricostruzione in una battaglia, legale e politica. E così i regolamenti di conti verranno fatti sulla pelle dei genovesi e dei liguri”. Dov’è l’errore secondo lei? “Nel ragionamento di base. Chi fa un danno, prima di tutto deve adoperarsi per risolverlo. Poi arriveranno altre sanzioni”.