Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo, in una intervista al Corriere della Sera commenta le parole del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, il quale non esclude che l’Italia possa chiedere di sforare l’obbligo del 3% nel rapporto Deficit-Pil per mettere mano ad opere pubbliche: “L’Europa non ammette che si sfori per provvedimenti come il reddito di cittadinanza, ma è disponibile a concedere flessibilità per migliorare le infrastrutture”, sottolinea il numero due di Forza Italia. “Anzi – prosegue Tajani -, sollecita Paesi che non lo fanno ad agire con decisione. Io stesso, da commissario, autorizzai lavori come la Tav, la Trieste-Chivasso, i lavori al Gra, la stazione Tiburtina. E’ stata sempre concessa ogni flessibilità possibile, non creiamo capri espiatori”.
Per Tajani “il problema dell’Italia è dato dall’incertezza della politica economica del governo. Se non si dice chiaramente che linea si ha sulle Infrastrutture, se si minaccia di sforare il 3% per spese improduttive, se ogni tanto qualcuno propone di uscire dall’euro, se manca un piano industriale, se all’improvviso si propongono le nazionalizzazioni… Ecco, se ci si muove così, è normale che gli investitori si spaventino”, “altro che poteri forti. Gli investitori – quelli stranieri detengono un terzo del debito pubblico italiano – vendono se pensano che il Paese non sappia far fronte ai propri impegni: è molto semplice, non vogliono perdere i loro soldi. Se siamo ritenuti meno affidabili della Spagna e del Portogallo non possiamo prendercela con l’Europa o con i mercati cattivi, ma dobbiamo muoverci con intelligenza”.
Rispetto a quando accadde al governo Berlusconi nel 2011 quando Forza Italia parlò di “complotto” dello spread, il vicepresidente Fi spiega che si tratta di “situazioni completamente diverse: allora c’erano pezzi di Stato, dello stesso governo, c’era una regia politica anche interna che giocarono contro Berlusconi. Oggi nessuno trama contro questo governo, noi siamo all’opposizione ma non abbiamo alcuna intenzione di danneggiare il nostro Paese. Anzi, sia qui che a Bruxelles ci battiamo per il bene dell’Italia, per difenderne la credibilità. Nessuno scommette sullo sfascio, per questo diciamo no al gioco dello scaricabarile e chiediamo serietà e assunzione di responsabilità”.
“Non sono, né sono mai stato, un ‘burocrate di Bruxelles’. Non ho mai lesinato critiche alla UE quando è servito, nè mi sono sottratto quando c’era da dare battaglia”. Ma, da presidente del Parlamento europeo, sottolinea: “Scaricare sull’Europa le responsabilità del disastro di Genova o del ritardo delle nostre Infrastrutture, o prendersela con i mercati ‘cattivi’ che speculano contro di noi è un errore gravissimo”, “sono tante le cose da cambiare in Europa, ma su questo punto dalla Ue è sempre arrivata collaborazione”.
Secondo Tajani “andare alla ricerca di un nemico al giorno non ci aiuterà a risolvere i nostri problemi, e tantomeno individuare nell’Europa il capro espiatorio: è in casa nostra che dobbiamo trovare le cause di quello che non ha funzionato e, soprattutto, le soluzioni”.