In nome dell’anti-renzismo i grillini voteranno Parisi a Milano e la Borgonzoni a Bologna? "Non esistono indicazioni di partito, i cittadini sono liberi. Certo auspico che i Cinquestelle, come tutti gli altri che si sono presentati come forza alternativa alla sinistra, convergano su Parisi". Lo afferma Maria Stella Gelmini in una intervista a Libero. E alla domanda se voterebbe Raggi e Appendino ai ballottaggi risponde: "Non diamo indicazioni ma perché no? Mi sembra che abbiano un bel piglio, soprattutto la seconda. Sono state oggetto di attacchi volgari e immeritati".
Si maligna che molti leghisti non voteranno Parisi per vendicare la Meloni… "Questa non l’avevo ancora sentita. Abbiamo lavorato insieme per mesi, la Lega è un partito serio, solidale, di militanza e strutturato, con una grande classe dirigente. Nessuno farà scherzi. Vince la squadra e nella squadra c’è la Lega". Ammette inoltre che "a Roma abbiamo pasticciato. E’ stato un incidente di percorso che ha penalizzato tutti, sono sicura che servirà da lezione. Anche se, mi permetta di sottolineare che l’unico comportamento coerente è stato quello di Berlusconi, di Marchini e di Forza Italia".
Cosa teme di più per domenica prossima? "L’astensionismo. E’ un avversario più pericoloso del Pd. C’è molta disinformazione, per le strade mi fanno i complimenti e pensano che la battaglia sia vinta. Molti non sanno neppure che tra una settimana dovranno tornare alle urne".
"Sono elezioni molto importanti. Se vinciamo, significa che ci sono ancora le fondamenta su cui ricostruire la casa. Altrimenti, bisognerà iniziare a parlare di rifondazione e ricambio generazionale". E aggiunge: "Forza Italia è un partito resistente e resiliente. Ci davano per morti e abbiamo dimostrato che non lo siamo e non lo saremo". E assicura che "tra un mese Berlusconi sarà di nuovo in sella".
In vista dei ballottaggi di Milano sottolinea: "Partiamo sotto di un punto. L’errore più grande che possiamo fare è crogiolarci sul successo di lista. Non siamo neppure a metà dell’opera, dobbiamo riportare tutti i nostri elettori alle urne e allargare il consenso. I voti vanno conquistati e riconquistati a uno a uno" ma "sì, ce la facciamo, in città si respira un vento di cambiamento. Sala aveva dalla sua la spinta dell’Expo e un esercito di ministri venuti a tirargli la volata ed è arrivato avanti di un soffio. Segno che ormai la città ha conclamato il fallimento della sinistra e dell’esperienza di Pisapia".
Cos’ha Parisi in più di Sala? "L’onestà intellettuale". E replica a quanti parlano di Parisi come prossimo leader del centro-destra su scala nazionale: "Sono discorsi che mi fanno venire l’orticaria. Non sarebbe serio, stiamo chiedendo ai milanesi il voto per un sindaco che governi la città. E poi il centrodestra ha già un leader, si chiama Silvio Berlusconi, e questa campagna elettorale mi ha confermato di quanto sia ancora profondo il rapporto tra Berlusconi e i suoi elettori" e "queste elezioni, Roma in primis, hanno dimostrato che il centro-destra unito, con Lega e Fratelli d’Italia, vince. Dividersi sarebbe suicida, anche perché, a differenza della sinistra, il centrodestra condivide il medesimo programma".
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