La situazione della Rete Consolare italiana all’estero e specialmente in Sudamerica è sull’orlo del collasso. Dire che l’attenzione consolare è disastrosa, non è un’esagerazione. I Consolati sono carenti di personale e, in numerosi casi, c’è un solo funzionario a svolgere due o tre mansioni, quando addirittura non è lo stesso Console che si occupa personalmente delle pratiche di cittadinanza.
Ad esempio, a San Paolo (Brasile), un cittadino aspetta più di 10 anni per vedere conclusa la sua pratica di riconoscimento della cittadinanza italiana. Per non parlare del sistema Prenota on line: se un cittadino prova a prenotare un turno per chiedere un servizio, i turni disponibili si esauriscono in pochi minuti, e quindi deve aspettare fino a quando il sistema si apra nuovamente e riprovare; in alcuni sedi, il sistema si apre solo una volta al mese.
Quando alla fine, a volte dopo qualche mese, si riesce a prenotare on line un turno per rinnovare il passaporto, facciamo il caso a Rosario, bisogna attendere febbraio 2019! Sí, 2019, non è un errore di battitura: si aspetta un anno.
Gran parte, per non dire tutti i Consolati dell’Area, hanno ridotto, o addirittura sospeso temporaneamente, i servizi di anagrafe o di cittadinanza, perché il personale é occupato con le operazioni per le elezioni politiche.
Per rendersi conto del disagio patito dai cittadini, basta leggere i commenti sui post elettorali dei candidati sui social network: centinaia (per non dire migliaia) di utenti commentano e denunciano questi disagi, manifestando malessere per la disastrosa attenzione ricevuta nei Consolati.
Ma la responsabilità di questa situazione non è dei Consoli, nemmeno degli impiegati, funzionari o lavoratori a contratto dei Consolati. Il MAIE l’ha sempre detto e ribadito più volte, e l’ha messo per iscritto, nei documenti redatti e consegnati al Governo, in occasione della mobilitazione continentale del 7 aprile 2017 davanti a tutte le sedi Consolari dell’Area, e in quella del 12 ottobre 2017 davanti al Consolato Generale di San Paolo.
La colpa è dei Governi che hanno smantellato la rete Consolare.
C’è stata da parte dei Governi, sia di centrodestra, sia dell’attuale Governo PD, una politica di drastica riduzione di fondi per la Rete Consolare. C’è stata anche la politica di riduzione del personale del MAECI, tramite il blocco delle assunzioni: nel 2008 il personale di ruolo del Ministero era di 4852 funzionari, al 31.12.2016 il numero é sceso a 3825.
L’introduzione poi, tre anni fa, di una tassa sulle pratiche di cittadinanza, fatta passare come una soluzione ai problemi consolari, non è servita proprio a nulla: non solo le attese e le file non sono diminuite, sono anzi aumentate.
Ma secondo il candidato Matafora, il problema non sono i Governi che ci hanno massacrato, ma il problema è del MAIE che ha usato una parola sbagliata.
Con un’azione meramente propagandistica, veicolata con una nota inviata dai Contrattisti del Consolato di Buenos Aires, il dipendente consolare, nonché candidato PD, Pasquale Matafora, si lamenta per l’uso da parte del MAIE del termine DISASTROSA per definire l’attenzione Consolare ai connazionali. E’ evidente che il partito che oggi Matafora rappresenta, e che ha Governato negli ultimi 5 anni, è il principale responsabile della degenerazione dello stato della rete Consolare.
In questa campagna elettorale, c’è qualcosa di molto “curioso”. I RESPONSABILI DELLA DISTRUZIONE DELLA RETE CONSOLARE, SI CANDIDANO DICENDO CHE VENGONO A RISOLVERE I PROBLEMI CHE IL LORO PARTITO HA CREATO.
Ma quando Matafora dice (oggi come oggi, quando una semplice verifica su internet mette nero su bianco) che il MAIE insulta o manca di rispetto ai dipendenti consolari perché dice ciò che i cittadini e i fatti dimostrano (ossia che l’attenzione consolare è più che disastrosa) è la prova palpabile del grado di nervosismo dei candidati PD, costretti a difendere l’indifendibile (la disastrosa politica del PD verso gli italiani all’estero) e ricorrere ai metodi di Goebbels di diffamazione degli avversari.
Due cose sono certe:
a) che Il MAIE ha sempre difeso il lavoro e l’operare dei dipendenti consolari, chiedendo al Governo più risorse per la rete consolare e più personale (basta leggere i documenti delle due manifestazioni promosse dal MAIE).
b) che tra un mese Matafora tornerà a Brasilia a cercare di capire perché i cittadini non lo hanno votato.
Intanto ringraziamo Matafora, per il suo intervento che contribuisce a far ottenere al MAIE un ottimo risultato elettorale. Evidentemente questo atteggiamento fa comprendere meglio chi è dalla parte dei cittadini italiani all’estero e chi dalla parte dei partiti romani che ci hanno abbandonato e pregiudicato.