Il ministro degli Esteri Federica Mogherini ha riferito oggi nell’Aula di Montecitorio sulla crisi in corso a Gaza sottolineando in più passaggi del suo intervento la necessità di lavorare per trovare quanto prima "una soluzione duratura" della crisi in corso.
Il compito della comunità internazionale non è quello di "entrare nel conflitto israelo-palestinese" prendendo le parti di uno o dell’altro, "ma di fermarlo". La priorità oggi, ha ricordato Mogherini è il raggiungimento e il mantenimento di una prima tregua umanitaria "immediata ed incondizionata" almeno per "recuperare i corpi, assistere i feriti, proteggere i civili".
"Sappiamo bene – ha però precisato Mogherini – che una tregua non è, non sarà risolutiva". Serve invece "un cessate il fuoco duraturo, indispensabile perché la situazione non torni, nel breve o medio periodo, a esplodere nuovamente". "La possibile soluzione negoziale con la creazione dei due stati e il contestuale riconoscimento arabo di Israele, è nei fatti definita. Non c’è negoziatore, sui due lati, o mediatore, che non lo riconosca" spiega il ministro degli Esteri che però aggiunge "sono anni, decenni che le diplomazie mondiali e regionali si esercitano in colloqui di pace che sembrano a volte avere il principale obiettivo di tenere impegnate le parti e prevenire le tentazioni militari". "Serve uno scatto di volontà. Interna, nel campo israeliano e palestinese" ed "esterna, della comunità internazionale, se servirà qualcuno che, davanti a tanto dolore impotente, imponga alle parti di mettere fine al loro infinito conflitto e cominciare a vivere".
Il ministro degli Esteri ha elencato nel suo intervento i passi che considera fondamentali per una soluzione reale del conflitto, tra questi il "netto miglioramento" delle condizioni di vita dei palestinesi, sia nella Striscia di Gaza sia in Cisgiordania. "Nell’immediato – ha spiegato – questo significa consentire l’accesso umanitario e mobilitare un sistema di assistenza per l’emergenza, e di sostegno alla ricostruzione e allo sviluppo socio-economico", anche lavorando alla proposta norvegese di una conferenza dei donatori da tenersi a Oslo e garantendo un contributo di emergenza, che l’Italia ha già disposto, destinando 1,65 milioni di euro per le più immediate necessità dei civili.
Nel breve periodo, ha precisato però Mogherini "sarà necessario sciogliere i veri nodi della situazione a Gaza, a partire dall’apertura dei valichi, del rispetto dei diritti dei palestinesi di coltivare la propria terra e pescare nel proprio mare, e dalla soluzione del problema del mancato pagamento degli stipendi del personale pubblico a Gaza".
Fondamentale per una soluzione duratura del conflitto anche il rafforzamento dell’Autorità Palestinese e il riconoscimento del "governo di unità, o riconciliazione, nazionale", come "interlocutore utile, anche da parte israeliana" e dare poi ad Israele "garanzie di sicurezza, nell’immediato sulla distruzione di razzi e di tunnel, nel breve periodo sulle misure di demilitarizzazione di Gaza, e ovviamente sul controllo delle frontiere" anche pensando "alla riattivazione della missione Ue di monitoraggio Eubam Rafah, sul cui ridispiegamento l’Italia è pronta ad assumere un’iniziativa".
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