Cresce la preoccupazione in Bolivia per il futuro delle esportazioni di gas verso il Brasile. Perso l’accesso all’Oceano Pacifico nel lontano 1879, il Paese andino trova nei paesi confinanti, principalmente Argentina e Brasile, i primi sbocchi alla produzione nazionale di gas. La forte crescita economica nel gigante amazzonico ha permesso a La Paz di assicurarsi una fornitura verso Brasilia per 24 milioni di metri cubi di gas al giorno. Tuttavia lo sviluppo economico del Brasile si alimenta anche delle nuove scoperte di Petrobras che continua a individuare ricchi giacimenti di gas e di greggio nei bacini pre-sal. Le parole della direttrice per il gas e l’energia di Petrobras, Maria das Graças Foster, secondo cui l’abbondanza di gas sta facendo riconsiderare a Brasile di ridurre – “considerevolmente” riferisce hidrocarburosbolivia – il volume delle importazioni, hanno fatto tremare i polsi ai boliviani. “La dichiarazione di Graças Foster – si legge – giunge pochi giorni dopo l’affermazione dell’ambasciatore brasiliano a La Paz, Marcel Biato, secondo cui le importazioni di gas non aumenteranno: ‘All’interno dei limiti (dell’accordo sull’import, ndr) c’è una certa flessibilità – ha segnalato il diplomatico – e si tratterrà di rispettarla. Se nel futuro aumenterà la domanda vedremo i meccanismi di garanzia ma per adesso siamo molto soddisfatti’”.
Vendere meno gas al Brasile, si legge ancora, non comporta “assolutamente nulla di positivo per la Bolivia. ‘Nada de nada’”. Perché, ricapitola pessimista l’analista di hidrocarburosbolivia, “meno export significa minor produzione di gas, ossia meno materia prima per ottenere glp, benzina e diesel. Il che significa ancora maggiori spese statali per coprire l’imminente aumento di questi combustibili per soddisfare la domanda interna”. E ancora “esportare meno gas significa anche ricevere meno proventi e meno soldi per lo sviluppo umano, per gli enti locali e le università. Problemi che non ci dovrebbero preoccupare se la Bolivia avesse sviluppato mercati alternativi o un mercato interno che possa assorbire i volumi che il Brasile smetterà di importare”.(red/dam)
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