Parlo di un caso che può spiegare la situazione italiana, il caso della Galleria della Guinza. La Galleria della Guinza è un tunnel della Superstrada E78 che collega Grosseto a Fano ed è lungo circa 6 chilomentri. La Galleria della Guinza si trova a cavallo del confine tra le Regioni Marche ed Umbria, tra le Province di Pesaro-Urbino e di Perugia e tra i Comuni di Mercatello sul Metauro e San Giustino. Il progetto risale agli anni ’80 e l’opera è stata iniziata negli anni ’90 e non è ancora stata completata, per mancanza di fondi. Stando al progetto, la galleria sarebbe a doppia canna, ossia con un tunnel per ogni senso di marcia ma, ad oggi, una delle due canne è stata completata ma non è in esercizio. L’altra, invece, non è stata nemmeno iniziata. C’è solo il fornice.
Bisogna tenere conto di una cosa. Se questa galleria fosse completata, tanta parte del traffico andrebbe sulla Superstrada Fano-Grosseto e le vie tradizionali (che passano attraverso i centri abitati) sarebbero decongestionate. Invece, ancora oggi, il traffico deve ricorrere ad itinerari alternativi, che spesso sono poco comodi. Intanto, sono stati spesi ben 500 miliardi di vecchie lire per un’opera che ancora oggi non è in uso (perché è incompiuta) e si dovranno spendere altri soldi per completarla.
Nel frattempo, la struttura è alla mercé di chiunque. Tempo fa, ad esempio, è stata aperta una segheria abusiva dentro il tunnel, segheria che è stata rimossa dai Carabinieri.
La Galleria della Guinza è solo un esempio delle tante opere incompiute e mostra un Paese in cui troppo spesso i progetti non vengono portati a termine per mancanza di soldi (come nel caso specifico) o per il NIMBY (come nel caso della TAV Lione-Torino). Intanto, mentre le opere pubbliche non vengono terminate, il ceto burocratico e le varie amministrazioni ed enti ad esse legati aumentano, togliendo così risorse necessarie al Paese. Questa è l’Italia di oggi. Che credibilità può avere un Paese che troppo spesso non porta a termine i progetti?
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