Erano in molti a pronosticare che martedi’ la Camera non avrebbe votato la richiesta di arresto per Gianfranco Galan chiesta dalla magistratura veneziana per la vicenda Mose. Vaticinio centrato in pieno anche se non, come i piu’ pensavano, per un intervento politico in extremis. Le conseguenze di una frattura di una decina di giorni fa hanno costretto Galan ad un ricovero in clinica da sabato.
Oggi Galan ha scritto alla Presidenza della Camera rivendicando il diritto a difendersi in Aula durante la discussione della richiesta di arresto. Formalmente ineccepibile. Causa di forza maggiore, dunque. Ma nel comunicare la decisione di concedere due giorni in piu’ a Galan per recuperare ed essere in aula giovedi alle 11 la presidenza ha toccato il delicato tema che e’ sullo sfondo della questione: basterebbero pochi giorni di ulteriore rinvio e la richiesta di arresto potrebbe essere "inghiottita" dal calendario dei lavori stressati dalle riforme e dalla necessita’ di chiudere – prima della pausa estiva – i decreti in scadenza.
In Aula il problema viene posto dal Presidente di turno Simone Baldelli: "Viste le motivazioni della richiesta – dice – la presidenza ritiene di doverne tener conto nei limiti in cui cio’ non comprometta l’esigenza di una tempestiva risposta della Camera alla richiesta dell’autorita’ giudiziaria".
L’obiettivo di questa vera e propria partita a scacchi era di riproporre come "scudo" a Galan la norma del decreto Orlando che esclude l’arresto in caso di previsione di condanne fino a 3 anni. In molti hanno sostenuto che tra sconti, benefici e altro Galan, che ora rischia 5 anni, potrebbe scendere sotto quella fatidica soglia. Ma oggi in commissione giustizia alla Camera e’ stato presentato un emendamento dal Pd Ermini che sembra "ritagliato" anche per questa vicenda.
Secondo questo emendamento, i reati ad alto allarme sociale non rientrerebbero nel divieto di custodia cautelare in carcere in caso di pena non superiore ai 3 anni. L’emendamento di Ermini, relatore del provvedimento,stempera l’automatismo stabilendo che tale norma non vale per i delitti ad elevata pericolosita’ sociale. Non solo: secondo l’emendamento di Ermini, si potra’ ricorrere alla custodia cautelare in carcere anche nel caso in cui non siano possibili gli arresti domiciliari per mancanza di un luogo idoneo. Ma un ulteriore rinvio del voto potrebbe essere fissato per le condizioni di salute dell’ex governatore che, si pronostica, molto probabilmente non gli permetteranno di presentarsi alla Camera neppure giovedi’.
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