"Torno a casa carico di energia positiva, di contenuti, stimoli e determinazione. Per due giorni ho respirato un’atmosfera che mi spinge a lavorare ancora di più". Così il Presidente del Consiglio Enrico Letta ha sintetizzato con i giornalisti i due giorni di G8 concluso oggi a Lough Erne. Vertice in cui si è parlato soprattutto di lavoro per i giovani, dunque di crescita per i paesi G8, ma anche di lotta all’evasione fiscale e della stabilizzazione della Libia, fronte che vedrà l’Italia in prima linea. Questioni aperte per tutti i Paesi del G8, ha detto Letta, e che quindi ciascuno cercherà, sì, di risolvere a casa sua, ma dentro una cornice comune da cui nessuna Nazione può tirarsi indietro. "Significativi", ha detto il Premier, gli incontri bilaterali avuti con gli altri leader, primo tra tutti quello con Obama. "Abbiamo parlato di TTIP, (Transatlantic Trade and Investment Partnership – ndr) cioè di accordi commerciali, ma anche di Libia, della crescita e dell’occupazione. Con gli Usa abbiamo una relazione fortissima da sempre, ora più che mai con la Presidenza Obama", ha detto Letta. Quanto agli altri, "ho invitato il Primo Ministro giapponese a Roma e con Putin abbiamo messo a punto il prossimo vertice che si terrà in autunno, a Trieste. Oggi, poi, ho incontrato per la prima volta il Presidente messicano, con cui ci rivedremo al G20".
Prima, però ci sono altri importanti appuntamenti. A Berlino, il 3 luglio, per il vertice sull’occupazione convocato da Angela Merkel, "a testimonianza dell’impegno tedesco" sul tema, e a Tripoli, il 4 luglio: qui, ha spiegato Letta, "gli Ambasciatori di Italia, Francia, Germania, Inghilterra e Stati Uniti insieme ai referenti Ue lavoreranno con il Primo Ministro Zeidan ad un piano per la stabilizzazione del Paese. È un appuntamento che ci carica di responsabilità. Esiste il bisogno di capire quale sia la situazione ora in Libia ed è evidente che c’è la richiesta che l’Italia abbia un ruolo in prima fila. E noi non ci tiriamo indietro: dobbiamo convincere i libici a fidarsi del fatto che nessuno vuole avere atteggiamenti diversi dall’aiutarli a costruire le istituzioni, le forze armate e, per quanto riguarda in particolare l’Italia, una guardia costiera che funzioni".
Altro tema al centro dei lavori la lotta ai paradisi fiscali: Letta ha parlato di un sentire comune, di una "valanga" che sta per abbattersi contro quei Paesi che "fiscalmente sono in condizione asimmetrica". La richiesta è che "applichino in tempi rapidi le regole di trasparenza. Se avverrà – ha sottolineato – per l’Italia sarà un grande risultato, visto l’afflusso di capitali evasi verso la Svizzera e gli altri paradisi fiscali". Certo, ha ammesso, l’Italia deve seriamente pensare alla lotta all’evasione già dentro i suoi confini.
Rispetto all’ultimo G8 che "aveva l’obiettivo di stabilizzare una situazione che ci avrebbe portato tutti al precipizio", in questo "si è parlato soprattutto di crescita". In ogni caso, ha garantito Letta, "l’Italia non è un sorvegliato speciale. Il lavoro di questi anni è servito. È stato un lavoro importante che oggi ci consente di giocare il nostro ruolo, a seconda della forza del nostro Paese. Tutti hanno chiaro che abbiamo i numeri a posto, certo abbiamo il grande problema della crescita e dell’occupazione, ma siamo percepiti come un Paese che c’è, di cui ci si può fidare e che può fare la sua parte. E questo è un bel segnale per tutti gli italiani".
In questi due giorni, Letta ha riscontrato "forte sintonia nei contenuti e nelle strategie emerse qui, con quelle della maggioranza che sostiene il mio Governo. Come ho detto nel mio discorso in Parlamento, servono politiche per la crescita, senza scaricare sui nostri figli le nostre scelte sbagliate, quindi nuovi debiti".
Una di queste scelte attende il Governo già domani, visto che al Consiglio dei Ministri si parlerà dell’aumento dell’Iva. Obiettivo quello di "continuare a lavorare" lontano dalle "fibrillazioni della politica italiana". Ora "c’è un dibattito forte dentro i partiti, si cercano nuovi equilibri ed è naturale perché si discute di riforme costituzionali. Sono discussioni che guardo e rispetto, ma da cui mi tengo lontano. Voglio rimanere iperconcetrato sugli obiettivi del Governo e sulle cose da fare".
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