“Lo sapevamo. Ad un certo punto è diventata solo una questione di tempo. E lui era il primo a saperlo. Ciò nonostante, ha continuato ad occuparsi con sorprendente e rigorosa puntualità degli affari nostri. Perché erano quelli delle comunità italiane all’estero, e quindi erano anche affari suoi. Quelli ai quali si è votato per naturale inclinazione, con costante dedizione, inconsueta generosità e volontario instancabile impegno”. Così Giangi Cretti, Presidente Fusie (Federazione Unitaria Stampa italiana all’estero), ricorda Michele Schiavone, segretario generale del Consiglio generale degli italiani all’estero, scomparso nei giorni scorsi.
“Chi lo ha conosciuto e ha condiviso le ragioni del suo impegno, affiancandolo, almeno in parte, in alcune tappe del suo percorso umano e sociale, ogni volta si è chiesto – continua Cretti – come facesse, dove trovasse la forza e il tempo di dar retta, sempre con sincera partecipazione, alle innumerevoli sollecitazioni.
Molto lo deve senz’altro alle persone che hanno rappresentato le pietre angolari della sua esistenza: oltre ai genitori, sicuramente la moglie Angela e i figli Ismene e Ianek. È a loro soprattutto che mancherà. Ma certamente non solo a loro. Generoso come pochi, lo abbiamo detto, Michele era un uomo gentile. Virtù purtroppo rara di questi tempi. Capace di creare empatia. Al contempo era tenace per nulla predisposto alla rassegnazione.
Con Michele se n’è andato uno di quelli a cui le comunità degli italiani all’estero devono essere grate. Perché è a quelli come lui che del loro destino e dei loro problemi importa davvero. Grazie Michele per esserci stato e per continuare ad essere un esempio” conclude il Presidente Fusie.