Continua a crescere il numero dei giovani italiani che vanno all’estero alla ricerca di opportunità di vita e di lavoro migliori. Aumenta anche il numero dei giovani che lasciano il Mezzogiorno d’Italia per trasferirsi nelle regioni settentrionali dello Stivale.
Sono circa 27.000 gli studenti calabresi che frequentano gli atenei fuori dalla Calabria.
“La questione dell’emigrazione universitaria è assai complessa e seria – spiega il Quotidiano del Sud -, non solo perché espone le famiglie a sacrifici notevoli per assicurare ai propri figli la frequenza nelle grandi città universitarie, ma anche perché alimenta l’altro noto fenomeno, dalle ricadute fortemente negative sullo sviluppo del territorio, che riguarda la perdita definitiva di intelligenze e di saperi”.
“I numeri raccontano, infatti, che una volta completato il percorso universitario, solo una minoranza di coloro che hanno studiato fuori regione decide di ritornare in Calabria.
Secondo uno studio di Svimez 2023, a proposito della cosiddetta “fuga dei cervelli”, il 60% circa degli studenti calabresi che si laureano fuori regione non rientrano più presso i luoghi di nascita, preferendo restare nelle città dove hanno completato gli studi e dove le opportunità professionali sono più ampie”.
E’ necessario fare molto di più per evitare che il Mezzogiorno d’Italia si impoverisca ulteriormente, fare di più per trattenere i nostri cervelli in Patria e per incentivare il rientro di quelli che sono andati oltre confine. Ma questo governo non brilla da questo punto di vista: nella bozza di governo, infatti, vengono tagliati, per esempio, gli incentivi per il rientro in Italia. E questo non va bene.