L’Unione Sarda oggi in edicola racconta di una Sardegna che si sta svuotando: in dieci anni l’isola ha perso circa 32mila abitanti, “un po’ come se una città grande come Oristano fosse scomparsa dai radar, sparita nel nulla”, si legge sul quotidiano sardo.
“Solo nel 2018 – continua L’Unione Sarda – abbiamo perso 8.585 residenti, più o meno quanti ne contano San Gavino, Uta o Dorgali: un’emorragia causata dal saldo naturale negativo (i morti sono più dei nuovi nati) che rosicchia 6.893 abitanti dal conto complessivo, e dal saldo migratorio (-1.746) sgonfiato dall’esercito di emigrati che hanno lasciato la regione”.
Si tratta a quanto pare di una fuga inarrestabile: “Numeri inquietanti, ma ormai – si legge ancora sul quotidiano – percepiti come se fossero scontati: è dal 2013 che la Sardegna è entrata nel tunnel dello spopolamento, dove si era già affacciata all’inizio del decennio”.
L’Unione Sarda riporta poi le parole di Luisa Salaris, docente di Demografia dell’Università di Cagliari: “‘Continuano a diminuire le nascite. E questo è un dato fisiologico. Vuol dire che c’è un problema di fiducia nelle famiglie, che non fanno figli”. “‘Anche il saldo migratorio è cambiato. Tanti partono per motivi di studio o di lavoro, ed è un danno doppio: si lascia l’Isola in un momento in cui solitamente si pensa anche a metter su famiglia e a far figli. I nuovi residenti stranieri non bastano per compensare questa perdita’”.