“La Regione continua a sostenere le iniziative a favore dei nostri corregionali nel mondo con l’obiettivo di mantenere i legami culturali, storici, linguistici e identitari con chi ha dovuto abbandonare la propria terra per cercare fortuna altrove. È un impegno doveroso dal punto di vista morale ma è un impegno che punta anche a rafforzare i rapporti con i discendenti di chi è espatriato. Mantenere vivi i legami con un’emigrazione di seconda e terza generazione come quella rappresentata dai 12 corsisti presenti oggi, offre la possibilità di far conoscere un Friuli Venezia Giulia molto diverso da quello che hanno vissuto i loro nonni: è una riscoperta importante per loro e per noi”. Lo ha detto l’assessore alle Autonomie locali, Funzione pubblica, Sicurezza e Immigrazione del Friuli Venezia Giulia Pierpaolo Roberti collegandosi da remoto per partecipare all’inaugurazione del corso di perfezionamento “Valori identitari e imprenditorialità” dell’Università di Udine che vede la partecipazione di 12 giovani argentini e brasiliani di origine friulana.
Si tratta della 14esima edizione del progetto formativo e scientifico sul ruolo della lingua italiana e friulana nelle comunità di corregionali in Argentina e in Brasile e sulla ricchezza e diversità plurilingue e culturale del Friuli Venezia Giulia.
L’iniziativa è organizzata dal Dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio culturale dell’Ateneo con l’Ente Friuli nel mondo e la Regione Friuli Venezia Giulia. Nel portare il saluto del governatore del Friuli Venezia Giulia, Roberti ha voluto spiegare, oltre il dovere morale, le altre motivazioni dell’importanza di mantenere i legami con i corregionali all’estero.
“Il Paese sta affrontando una crisi demografica senza precedenti, con bassissimi tassi di natalità che stanno avendo un impatto significativo anche in termini di difficoltà a reperire manodopera da inserire nel mondo del lavoro – ha indicato l’esponente della Giunta Fedriga -. Coltivare i contatti con chi ha deciso di emigrare alla ricerca di migliori opportunità di lavoro, può diventare quindi un ulteriore canale per mostrare le opportunità che offre la regione a coloro che vogliono rientrare ma anche le opportunità economiche di collaborazione con il nostro territorio per chi intende restare a vivere all’estero. In quest’ottica la valenza per noi è duplice e sempre di più dovremo spingere sulle nuove generazioni”.
Secondo Roberti un’attenzione particolare va rivolta anche ai nuovi emigrati, giovani che lasciano la regione per intraprendere un percorso di studio o per fare un’esperienza professionale fuori dal Friuli Venezia Giulia: “anche con loro, il contatto deve essere stretto per fare in modo che possano avere la possibilità di rientrare, mettendo al servizio del nostro territorio le esperienze maturate ma anche trovare occasioni professionali ancora più interessanti”.
L’obiettivo del corso, come ha spiegato la direttrice Raffaella Bombi, glottologa del Dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio culturale, è favorire e consolidare quell’impulso identitario che caratterizza le giovani generazioni di discendenti di emigrati italiani nel mondo a riattivare l’interesse verso l’Italia e il Friuli Venezia Giulia, sviluppando una cultura aperta all’innovazione per costruire quel bagaglio di competenze culturali spendibili al ritorno nel Paese di provenienza. Nella giornata inaugurale sono stati presentati i corsisti provenienti dal Brasile e dall’Argentina.