"Queste troie che si trovano in Parlamento farebbero qualsiasi cosa. E’ una cosa inaccettabile": parole di Franco Battiato, il cantautore dai testi sapienzali e dai riferimenti colti che stavolta, tuttavia, non ha tenuto fede alla sua fama di intellettuale raffinato ed è caduto nel più classico dei luoghi comuni dell’antipolitica. L’artista siciliano nel suo intervento al Parlamento Europeo in veste di assessore al Turismo della Regione Sicilia non ha usato mezze parole: altro che i testi di Sgalambro.
Le parole di Battiato hanno scatenato un putiferio. Reazioni dopo reazioni. La prima a farsi sentire, in modo molto critico, è la presidente della Camera Laura Boldrini: "Stento a credere che un uomo di cultura come Franco Battiato, peraltro impegnato ora in un’esperienza di governo in una Regione importante come la Sicilia, possa aver pronunciato parole tanto volgari. Da Presidente della Camera dei Deputati e da donna respingo nel modo più fermo l’insulto che da lui arriva alla dignità del Parlamento. Neanche il suo prestigio lo autorizza ad usare espressioni così indiscriminatamente offensive. La critica alle manchevolezze della politica e delle istituzioni può essere anche durissima, ma non deve mai superare il confine che la separa dall’oltraggio". Poco prima, sul Twitter, Boldrini aveva cinguettato: "Da Battiato parole volgari. La critica alla politica e alle istituzioni non deve mai superare il confine che la separa dall’oltraggio".
Battiato si difende: “Prendo atto con dispiacere che la mia frase, che ovviamente si riferiva a passate esperienze politiche caratterizzate da una logica da mercimonio offensiva della dignita’ delle donne, sia stata travisata e interpretata come una offesa al Parlamento attuale, per il quale ho stima, o per le donne. Era evidente che il riferimento era a passate stagioni parlamentari che ogni italiano di buon senso vuole dimenticare. Stagioni – aggiunge – caratterizzate dal malaffare politico, dal disprezzo per le donne e per il bene pubblico”. Insomma, dietro front di Battiato. Ma ormai il danno è fatto.
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