Nuovo passo della giurisdizione francese nella lotta alle mutilazioni genitali femminili. Una coppia di sessantenni, di origine guineana, e’ stata condannata dal tribunale di Nevers, nel centro della Francia, per aver imposto alle quattro figlie di subire l’escissione, ovvero l’amputazione del clitoride. I due, arrivati in Francia all’inizio degli anni Ottanta, sono stati riconosciuti colpevoli di ‘complicita’ in violenza privata e mutilazione su un minore di 15 anni’, e condannati a 2 anni il padre e a 18 mesi la madre, di reclusione senza condizionale, al termine di una vicenda giudiziaria iniziata quasi 7 anni fa, per puro caso.
Era infatti il settembre del 2005 quando un medico dell’ospedale di Nevers, nel centro della Francia, durante un’operazione per un’appendicite si accorse che la figlia piu’ grande della coppia aveva subito un’escissione. La legge francese impone in questi casi l’obbligo di segnalazione alle autorita’, anche se non si e’ certi che la mutilazione sia stata effettuata sul territorio nazionale. Il medico quindi denuncio’ i due genitori, portando all’apertura di una prima inchiesta penale, durante la quale venne determinato che la seconda sorella aveva gia’ subito la stessa sorte della maggiore, mentre le due piu’ giovani no.
Interrogato dagli inquirenti, il padre disse di non essere al corrente della mutilazione delle figlie, e di non sapere chi poteva averle praticate, sottolineando comunque di non sapere che la pratica fosse illegale in Francia. Altrettanto reticenti le due ragazzine, che dissero di non ricordarsi nulla. I due furono in ogni caso messi sotto controllo giudiziario. Ma tre anni e mezzo dopo, l’8 gennaio 2009, la precauzione si rivela insufficiente: la figlia piu’ piccola della coppia, che aveva allora 7 anni, finisce al pronto soccorso di Nevers, per ‘importanti sanguinamenti vaginali’. I medici capiscono subito che si tratta di un tentativo di escissione, anche se la bimba rifiuta di raccontare cosa sia successo. La vicenda torna cosi’ nelle mani dei giudici, che fanno di nuovo esaminare le 4 sorelle e scoprono che nel frattempo anche la terza ha subito la mutilazione rituale.
E’ stata a questo punto inevitabile l’apertura di un processo, che ha fatto pero’ registrare l’ennesima sorpresa: diventate ormai maggiorenni, le due sorelle piu’ grandi, di 18 e 20 anni, hanno deciso di non costituirsi parte civile, e hanno pubblicamente difeso l’operato dei genitori, dicendo di non capire ‘perche’ si trovino in tribunale’. Ciononostante, l’iter giudiziario e’ andato avanti, fino all’esito odierno: una sentenza ‘storica’, ma comunque piu’ clemente di quanto richiesto dall’accusa, che ha evocato durante la requisitoria il rischio ancora presente per la figlia piu’ giovane, la cui mutilazione e’ ancora incompleta.
Secondo i dati delle associazioni femministe, in Francia, meta di forte immigrazione da regioni dove la pratica e’ comune, ci sarebbero decine di migliaia di donne con mutilazioni genitali, almeno 40.000. Contro questa pratica si tenta di lottare non solo per vie giuridiche, ma anche con campagne di sensibilizzazione.
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