‘Il governo scelga fra la Confindustria e i lavoratori’: e’ un ultimatum quello lanciato oggi da Bernard Thibault, numero uno del sindacato piu’ a sinistra in Francia, la Cgt, dopo gli ‘incontri ravvicinati’ di questi giorni fra la compagine di Jean-Marc Ayrault e gli industriali. Il declino di popolarita’ di Francois Hollande nei sondaggi e i dubbi crescenti su quanto fatto nei primi 100 giorni di presidenza, spingono il governo socialista francese in questi giorni a una maggiore presenza e a una comunicazione piu’ efficace. Si sottolinea la posizione sulla Siria, si annuncia l’anticipo del varo dei nuovi contratti di lavoro giovanile sovvenzionati dallo stato, si ripete che nella tempesta non si deve perdere la bussola e che non si puo’ fare il lavoro di cinque anni in 100 giorni. Hollande e Ayrault, entrambi in calo personale di popolarita’ piuttosto netto, hanno deciso di accelerare la loro azione, visto anche l’accumularsi di brutte notizie e cifre negative sul versante economico e delle previsioni. Il governo ha annunciato l’anticipo di due settimane, dal 24 al 10 settembre, della sessione straordinaria del parlamento, un segnale di attivismo piuttosto raro.
Negli ultimi giorni, dopo le critiche di Laurence Parisot, la presidente del Medef (Confindustria) per il progetto di aumento della patrimoniale (‘e’ un harakiri per l’economia francese’, ha detto in un’intervista a Le Monde), il dialogo fin qui difficile con gli industriali si e’ fatto serrato. Ha dato il via il ministro dell’Economia, Pierre Moscovici, con una tribuna sullo stesso quotidiano in cui lanciava il ‘dialogo’ con la Confindustria per un ‘piano d’azione’ mirato a rilanciare la competitivita’ della Francia verso l’esterno. L’operazione e’ culminata oggi con l’intervento del premier al congresso estivo del Medef, con un discorso che ha puntato a tranquillizzare gli industriali pur difendendo il programma di riforme del governo: ‘stiamo creando un ambiente piu’ favorevole allo sviluppo delle imprese’, ha detto Ayrault intervenuto davanti ai ‘patron’, un gesto che il capofila della gauche estrema, Jean-Luc Melenchon, ha definito ‘un segnale di debolezza’. Sulle paure della Parisot riguardo la patrimoniale, il premier ha assicurato che ‘non ci sara’ nessun harakiri’ e che ‘lo sforzo che deve essere fatto consentira’ di raggiungere l’equilibrio dei conti pubblici per evitare di vivere a credito’.
Gia’ messa a dura prova dalla ‘realpolitik’ di Hollande cosi’ distante dai sogni di campagna elettorale – ultime in ordine di tempo le polemiche sul nucleare che rischiano alla gauche di far perdere per strada la componente dei Verdi – fra la sinistra socialista, i comunisti e gli ecologisti serpeggia il malumore. E ‘l’arma letale’ che viene agitata e’ il dissenso sulla ratifica del Fiscal compact, l’accordo Ue sulla disciplina di bilancio, che metterebbe davvero nei guai il governo. Oggi, il principale sindacato di sinistra ha annunciato una manifestazione per il 9 ottobre, in difesa ‘dei posti di lavoro nell’industria’. E Thibault, il suo leader, ha annunciato l’immediato lancio di una petizione contro il trattato europeo di stabilita’.
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