La magistratura francese ha formalmente indagato l’ex presidente della Repubblica Nicolas Sarkozy, per "corruzione attiva" e "traffico di influenza"; insieme a lui risultano indagati anche il suo avvocato, Thierry Herzog, e due alti magistrati della Corte di Cassazione, da cui avrebbe tentato di ottenere informazioni su un’inchiesta giudiziaria che lo riguardava: quella nata dalle dichiarazioni del defunto ex dittatore libico, Muhammar Gheddafi, che nel pieno della rivolta contro il suo regime e di fronte all’intervento militare franco-statunitense affermo’ di aver finanziato la campagna elettorale di Sarkozy alle presidenziali del 2007.
Il quotidiano "Le Monde" pubblica uno specchietto che chiarisce cosa rischia: per il momento dovrebbe restare a piede libero; ma se forse giudicato colpevole, potrebbe vedersi affibbiare 5 anni di prigione per traffico di influenza e fino a 10 per corruzione; e c’e’ poi la possibilita’ che gli venga comminata, quale pena accessoria, l’esclusione dai pubblici uffici e quindi l’ineleggibilita’ per un tempo limitato.
Assai prudenti le reazioni da parte degli esponenti della destra: tutti dichiarano di credere all’innocenza di Sarkozy; l’ex premier Alain Juppe’ fa notare che Sarkozy e’ da considerare innocente fino ad eventuale condanna, e molti sostengono che l’apertura dell’inchiesta a suo carico non gli impedira’ di tornare nell’agone politico e di correre per la presidenza dell’Ump.
Prudenti anche i rivali governativi dell’ex presidente; mentre solo dalle ali estreme, dal Front National di Marine Le Pen e dal leader della sinistra Jean-Luc Melenchon, arrivano dichiarazioni che lo vogliono definitivamente fuori dalla vita politica francese.
Poco tenere anche le voci dei lettori del "Figaro": se e’ colpevole deve essere punito per dare l’esempio, e’ l’opinione della maggioranza di quanti sono intervenuti sul sito del giornale. Sempre sul "Figaro", il giornalista e scrittore Andre’ Bercoff definisce le nuove accuse come "l’ultimo episodio di una caccia a Sarkozy" da parte di un mondo che lo ha sempre odiato visceralmente e che ora lo addita a fonte di tutti i guai attuali della Francia. Gli fa da pendant sul quotidiano di sinistra "Liberation" un commento secondo cui il gusto per il sesso, l’appetito per il denaro e la voglia di vendetta contro i magistrati, fanno somigliare l’ex capo di Stato francese sempre di piu’ a Silvio Berlusconi: certo, scrive Antoine Guiral, Sarkozy "non ha il viso cereo ed i capelli impiantati dai chirughi"; ma aldila’ dell’aspetto fisico, il parallelismo con Berlusconi e’ sorprendente. C’e’ la sua propensione ad atteggiarsi a vittima dell’accanimento dei giudici, il suo esibizionismo in materia di sesso; e soprattutto "lo stesso progetto politico che fonde autoritarismo, populismo, deregolamentazione dello Stato e cancellazione della coscienza collettiva a favore dell’individualismo".
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