In Francia si tassano le bollicine, ma non quelle dello champagne, ovviamente. Il governo mette un’imposta sulle bibite dolci e gassate: Coca Cola, Fanta, Pepsi, Sprite, Orangina (la bibita nazionale al gusto d’arancia). Il primo ministro Fillon parla di una battaglia a favore della salute, ma non poche sono state le critiche per questa “tassa anti-obesità”, che in realtà non aiuta affatto ad evitare problemi di salute. Certo, “politicamente e’ una misura comprensibile, visto che le bevande gassate non godono di un’ottima reputazione”, dichiara Patrick Tounian, pediatra nutrizionista, che aggiunge: ci sono tanti succhi di frutta che contengono molto più zucchero della Coca Cola.
La tassa influira’ per un centesimo circa sul prezzo finale della bibita famosa in tutto il mondo: in pochi se ne renderanno conto, nessuno si lamentera’. Detto questo, la tassa del governo francese sulla Coca sembra più una cura per il bilancio dello Stato che per la salute dei cittadini del Paese che sta oltre le Alpi.
Fra le altre misure per recuperare quattrini, anche l’aumento delle sigarette e la tassa sui super alcolici (rum escluso).
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