Si sono affrontati per tre ore, seduti a due metri di distanza, tra i giornalisti David Poujadas e Laurence Ferrari. I collaboratori dei due candidati avevano studiato e concordato ogni minimo dettaglio: le riprese (niente inquadrature di profilo per Sarkozy per via del naso, niente inquadrature dall’alto per Hollande per via delle calvizie), la scelta del regista, l’altezza delle sedie, la distanza tra i due candidati, e persino la temperatura dello studio.
Hollande partiva in vantaggio; la chiave della sua probabile vittoria si racchiude nell’anti-sarkozysmo che il suo schieramento politico ha nutrito per cinque anni. Sarkozy doveva invece riuscire a mettere in evidenza le contraddizioni del programma del candidato socialista, specie in tema di economia e di immigrazione.
Sarkozy doveva convincere i francesi che un’elezione presidenziale non é un referendum su una persona, ma una battaglia su differenti progetti.
Alla fine il dibattito si é chiuso con un pareggio che lascia inalterate le speranze di vittoria del candidato socialista.
Hollande ha accusato Sarkozy di aver diviso il Paese, Sarkozy ha accusato Hollande di mentire su tutta la linea. Il dibattito é stato vibrante, con dei momenti intensi e degli scontri durissimi.
Sarkozy, che era molto preparato sui dossiers, si é mostrato molto aggressivo all’inizio, mentre Hollande ha reagito in maniera molto decisa nella seconda parte del dibattito.
Il presidente francese ha ricordato che la Spagna guidata dal socialista Zapatero e la Grecia del socialista Papandreu hanno fallito miseramente, Hollande ha replicato ricordando che anche l’Italia di Berlusconi ha fallito, che Berlusconi è un amico di Sarkozy e che siedono insieme nel PPE. Piccata la replica di Sarkozy che dice «Berlusconi non è amico mio, semmai è amico suo perché spera che sia lei a vincere».
I temi internazionali sono stati sacrificati, relegati alla fine del dibattito. Solo la questione dell’Europa é stata abbordata e Hollande é parso poco convincente. C’é stata qualche caduta di stile da parte dei due candidati rispetto all’importanza della funzione; le colazioni del presidente, gli orari delle piscine, il prezzo della benzina ed un siparietto poco edificante su Dominique Strauss Kahn.
Il momento forte per Sarkozy é stato quando ha ricordato ad Hollande la sua mancanza di esperienza di governo e la scarsa conoscenza dei dossier internazionali, mentre per Hollande é stata la tirata finale quando per sedici volte ha ripetuto «Io Presidente della Repubblica… ». Un tormentone destinato a passare alla storia, in caso di vittoria, al pari del celebre «voi non avete il monopolio del cuore» di Valéry Giscard d’Estaing rivolto a Mitterand nel 1974 o «lei é l’uomo del passivo» rivolto da Mitterand a Giscard nel 1981. Per conoscere il vero vincitore bisognerà attendere il sei maggio.
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