Faccio una premessa. Ho trovato il tenore degli articoli della stampa italiana sulle elezioni presidenziali francesi decisamente imbarazzante. La stampa italiana sembra oramai interessata solo al gossip ed ai pettegolezzi: gli interventi di chirurgia estetica di Carla Bruni hanno appassionato i nostri «opinionisti» più dei programmi elettorali dei candidati.
Cominciamo col dire che Nicolas Sarkozy non ha perso: lo scarto con Hollande é davvero minimo e la sinistra non ha sfondato. Nicolas Sarkozy si é espresso domenica sera verso le 21.40 davanti ai suoi militanti riuniti in una sala nel centro di Parigi. Soddisfatto per l’alta partecipazione al voto, ha invitato Hollande ad accettare tre confronti pubblici, ma il candidato socialista ha declinato la proposta facendo sapere che parteciperà solamente al contraddittorio previsto per il due maggio.
Jean-François Copé, segretario generale dell’Ump, fa notare che la sinistra non ha vinto; i tre candidati della «gauche» Hollande, Mélenchon e Joly hanno totalizzato il 42% dei voti, Sarkozy e Marine Le Pen 45%, Bayrou 9.1% e i quattro candidati minori 3.9%. Tra questi Nicolas Dupont Aignon, candidato di destra, ha fatto il risultato migliore raccogliendo il 2%. Ciò significa, secondo Copé, che, senza contare i voti di Bayrou, la destra avrebbe una base di partenza del 47% e la sinistra del 43%. Tuttavia i sondaggi ieri sera indicavano che Hollande resta il favorito per il secondo turno (54% contro 46%) in quanto il 22% degli elettori di Marine Le Pen sarebbe intenzionato a votare per Hollande e il 18% si vorrebbe astenere, mentre gli elettori di Bayrou sono divisi: un terzo per Hollande, un terzo per Sarkozy, un terzo per l’astensione. Ma ci sono quindici giorni di campagna che possono rovesciare tutti i pronostici. Innanzi tutto otto candidati sono stati eliminati; Sarkozy é stato molto penalizzato dalla regola che impone, nei dibattiti televisivi, la parità di tempi e di spazi per tutti i candidati. Si é creata una situazione in cui vi erano nove candidati contro uno. Ora il duello é tra Sarkozy ed Hollande e Sarkozy incalza lo sfidante socialista che sembra voler sfuggire al confronto.
Come si muoverà Sarkozy nei prossimi quindici giorni? Di certo non farà nessun accordo con Marine Le Pen, né con François Bayrou, ma si indirizzerà direttamente ai loro elettori e al popolo di Francia. Sarkozy parlerà alla Francia del No, alla Francia che ha paura, ribadendo la sua idea di un’Europa che deve difendere meglio le proprie frontiere e i propri interessi economici; respingerà ogni sussulto xenofobo, ma sarà intransigente contro ogni deriva comunitarista, chiederà alla Bce di aiutare le imprese e gli stati a favorire la ripresa economica e proporrà di introdurre una quota proporzionale nel sistema elettorale.
Agli elettori centristi Sarkozy garantirà il rispetto della regola d’oro e l’impegno ad abbassare il debito pubblico senza compromettere la crescita; denuncerà il carattere demagogico delle misure proposte da Hollande, proporrà la diminuzione degli oneri sociali per evitare le delocalizzazioni e un aumento di 1.6% dell’Iva.
Europa, sicurezza, rilancio dell’economia, lotta al deficit, saranno i punti forti del programma di Sarkozy che, dopo aver evitato un 21 aprile all’inverso, ora cercherà di convincere i francesi che la vittoria dei socialisti riprodurrebbe una situazione uguale a quella del 1981, quando, in pochi mesi, i governi di sinistra crearono un grave buco nel bilancio dello stato. La battaglia é appena cominciata.
E in Italia come hanno reagito i partiti? Per il momento si registra la dichiarazione di Italo Bocchino all’Ansa che ha annunciato l’appoggio di Fli a Nicolas Sarkozy anche al secondo turno.
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